SIMONE BOLDI
Cronaca

Il signore delle piante: "I vegetali sono intelligenti e ci salveranno"

Da Sesto Fiorentino verso il futuro: parla lo studioso Stefano Mancuso

Stefano Mancuso

Sesto Fiorentino (Firenze), 22 agosto 2017 - "Ma quando addenta una carota o affetta un pomodoro, lei si sente in colpa?". Il Signore delle piante sorride all’opaca brillantezza del quesito, lui che con poderosa immaginazione accademica sostiene da lustri in tutte le sedi scientifiche del globo che le piante sono intelligenti. Come un cane, un delfino, uno scimpanzè. Un uomo. "Possiedono un tipo di intelligenza diversa. Non inferiore: ‘altra’". Tanto intelligenti da proporre – garantisce Stefano Mancuso, studioso calabrese- fiorentino – soluzioni innovative agli assilli del XXI secolo. Fame, inquinamento, siccità. Mentre organizza la chat via skype con un collega del Giappone, carezza una foglia lucente della magnifica zamioculcas della Tanzania ("ma si trova anche all’Ikea") che prospera nel suo ufficio.

LA SCHEDA: CHI E' STEFANO MANCUSO (clicca qui)

"Qui a Sesto non facciamo semplice ricerca, ma ricerca rivoluzionaria. Studiando il comportamento delle piante, inventiamo cose nuove che prima non c’erano», scandisce il titolare della cattedra di fisiologia delle specie arboree dell’università fiorentina. Un tris di esempi sostanzia di credibilità l’affermazione. Uno, gli alberi ‘allarmati’: in queste ore è arrivata la conferma del finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze per costruire un sensore da applicare al tronco degli alberi allo scopo di controllarne la stabilità; si ridurrà così la possibilità che si ripetano tragedie come quella delle Cascine di tre anni fa (donna e nipotina di 2 anni schiacciate da un ramo crollato). Due, plantoidi su Marte: a Pontedera, il Center for micro-biorobotics dell’Istituto italiano di tecnologia sta sviluppando i plantoidi, mini robot ispirati al comportamento delle radici, progetto fondato sugli studi di Mancuso; il plantoide trova applicazione nella bonifica dei suoli inquinati, ma anche nella biomedica (nuovi endoscopi), nell’esplorazione spaziale e nella ricerca di minerali e petrolio. Terzo esempio (il più affascinante della rivoluzione verde made in Sesto), la chiatta della medusa: ‘ jellyfish barge’ è una serra composta da una base in legno che fluttua su fusti di plastica riciclati e sfrutta acqua del mare, energia solare e vento per alimentare le piante al suo interno, un modulo completamente autonomo in grado di produrre cibo, acqua (coi dissalatori, 150 litri al giorno) ed energia «senza consumare le risorse esistenti».

Mancuso non è un agricoltore 4.0. E’ uno scienziato considerato in Europa, Asia e Americhe nell’elite degli uomini che cambieranno il mondo. Dirige dal 2005 il Linv (International laboratory of plant neurobiology) coordinando una ventina di studenti e dottorandi. Compie le sue magie arboree al Dispaa-Dipartimento di scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’università, uno scatolone di cemento e vetro sperso nella landa tra l’aeroporto di Peretola, l’Ipercoop, e il futuro.

Dal polo scientifico di Sesto Fiorentino alla vita quotidiana. Da progetti a oggetti: come rendere ‘utili’ e proponibili sul mercato gli studi, agli occhi dei profani perfino bizzarri, sviluppati dalla convinzione che le piante siano intelligenti? Mancuso è otttimista, perchè – è la metafora – ogni minuscola radice muovendosi tenace sottoterra supera gli ostacoli e arriva al nutrimento. Il Signore delle piante ha fiducia, nonostante la sfibrante burocrazia degli atenei italiani, i finanziamenti ministeriali mummificati alla voce ‘non pervenuti’, la latitanza di coraggio delle aziende leste a dileguarsi quando si confrontano con un’intuizione inedita bisognosa di investimenti per concretizzarsi in cose sugli scaffali, merci nei negozi.

"Torniamo alla serra galleggiante superecologica – sospira lo scienziato –. Studio e prototipo sono stati finanziati da Fondazione Cassa di risparmio di Firenze e Regione. Ma quando l’abbiamo proposta a imprenditori per realizzarla e metterla in commercio, ci hanno risposto che non era un buon investimento perchè, ad esempio, l’insalata prodotta su jellyfish sarebbe costata un 20 % in più. Abbiamo replicato che una robusta fascia di consumatori, se ben informati, è disposta a pagare di più per prodotti particolari e ‘verdi’, si veda il successo dei marchi biologici. Niente da fare. Gli imprenditori italiani si sono tirati indietro, mentre ora stiamo sviluppando contatti concreti con aziende in Germania e Scandinavia. Jellyfish era stata pensata per galleggiare e creare cibo, ricchezza e lavoro nel Mediterraneo: invece vedremo crescere fragole, radicchio e profitti sul Mare del Nord".

IN PILLOLE

IL PRINCIPIO DELLA VITA - "Non sono vegano né strettamente vegetariano. Ogni tanto una bistecca me la sparo. Certo che le mangio, le verdure sono alla base della catena alimentare". Il professore nato a Catanzaro con laboratorio a Sesto e casa a Firenze conosce il fascino primordiale della fotosintesi, il potere alchemico della clorofilla. "Se il genere umano si estinguesse le piante ci sopravviverebbero. Se le piante si estinguessero, spariremmo anche noi. Fondamento della vita sono le piante che producono ossigeno, si parte da qui".

L'INVENZIONE - Il plantoide è costituito da un apice radicale munito di sensori e da un tronco robotico. Il progetto diretto da Barbara Mazzoleni a Pontedera, vuole realizzare una pianta robot alimentata a energia solare. Le ‘radici intelligenti’ dovranno monitorare la composizione dei suoli, ritenendoli o meno indicati alle colture. Il plantoide potrebbe volare su Marte: grazie alle capacità di penetrazione dell’apparato radicale, potrebbe analizzare nel dettaglio la composizione del terreno inviando dati alla Terra.

LA SERRA GALLEGGIANTE - In un campo-laboratorio di Sesto è parcheggiata jellyfish barge. Adesso ha l’aspetto di un’astronave un pò in disarmo, ma è stata una delle principali attrazioni a Expo Milano dove ha galleggiato in Darsena. Ha ottenuto molti premi internazionali. Ha fluttuato ammirata anche ai Navicelli di Pisa. In Arno a Firenze no: "L’Autorità di bacino – spiega Mancuso – motivò il divieto con il fatto che sul fiume possono galleggiare soltanto natanti".

L'APPELLO - Mancuso lancia alcuni appelli. Per i diritti delle piante. Per un’agricoltura sostenibile. Per combattere i cambiamenti climatici. Il primo: "Salvaguardare, non toccare le foreste vergini residue, bisogna considerare le piante come essere viventi non solo come prodotti». Il secondo: «Riempire i terreni di tonnellate di fertilizzanti li ha resi tempo sterili e improduttivi». Il terzo: «La risposta alla siccità e al meteo pazzo? Piantare alberi".

BOTANICA - Scienziato rigoroso, Mancuso non sfugge a un eclettismo manifestato nei molteplici interessi di ricercatore ma anche nel mondo dello spettacolo. Come accaduto in una recente, affollatissima serata (3mila spettatori) in piazza Ss. Annunziata, dove raccontando straordinarie storie di piante ha partecipato al MusArt Festival con i Deproducers, quattro supermusicisti italiani autori di Botanica, progetto multimediale sponsorizzato dall’azienda fitofarmaceutica Aboca di Sansepolcro.