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Stefano Massini: “La violenza prende sempre forma dalle parole”

L'autore fiorentino non ha voluto perdere l'occasione per portare la sua testimonianza all’evento organizzato dal nostro gruppo editoriale, nell’ambito del progetto nato l’anno scorso #QNxLeDonne

Stefano Massini all’evento organizzato dal nostro gruppo editoriale, nell’ambito del progetto nato l’anno scorso #QNxLeDonne (foto NewPressPhoto)

Firenze, 25 novembre 2024 – Sul palco di piazza della Signoria, per dire ‘no’ alla violenza sulle donnec'è anche Stefano Massini, scrittore, drammaturgo pluripremiato, voce autorevole tra le più interessanti. L'autore fiorentino non ha voluto perdere l'occasione per portare la sua testimonianza all’evento organizzato dal nostro gruppo editoriale, nell’ambito del progetto nato l’anno scorso #QNxLeDonne.

"E' importante ribadire l'impegno contro la violenza non solo con la voce, non basta dirlo - ha affermato Massini - ma è importante che dalle parole si passi ai fatti veri, concreti, per dare anche il proprio esempio, farsi vedere dai tantissimi ragazzi e ragazze delle scuole presenti in piazza. E deve essere un impegno costante, non basta un giorno".  

“Siamo qui per dire no alla violenza – ha continuato Massini – ma puoi essere più onesto e dire che un No ipocrita non serve a nulla. Abbiamo bisogno di dire no a una serie di frasi fatte con cui ci riempiamo la bocca ogni giorno. Stamattina vorrei provassimo a dire no a una serie di frasi di cui non ci rendiamo conto. Quindi diciamo no quando qualcuno resta incinta e si sente dire ‘auguri e figli maschi’. Quando qualcuno a scuola per dire che una persona è brava dice che ha le palle. Quando qualcuno dice che quella persona sul lavoro è in gamba perché porta i pantaloni. A scuola cominciamo a insegnare che nella letteratura italiana ci sono anche grandi poetesse e scrittrici donne”.

"Idem per quanto riguarda la musica – ha spiegato Massini –, chi sono i grandi compositori? Uomini, non c’è una donna. Apriamo un libro di filosofia e non troviamo una filosofa. Non c’è una donna. Perché gli uomini hanno scelto chi poteva entrare nei libri di testo. Quando ero a scuola e aprivo i libri di storia ogni tanto trovavo capitoli intitolati “la donna, i bambini e i costumi” come se le donne non appartenessero alla storia. Non possiamo dire no alla violenza sulle donne se non diciamo no a tutto questo. La violenza è un fatto che prende forma sempre dalle parole. Zittire tutto quello che ti ho detto vuol dire fare una buona ecologia delle parole”.