Nella realizzazione del complesso piano del verde, presentato dalla vicesindaca (con delega all’ambiente) Paola Galgani, c’è un attore protagonista che è passato un po’ sottotraccia. L’intelligenza artificiale. L’amministrazione lo ha usato a supporto delle – insostituibili – competenze umane. Da questo mix è nata ad esempio la regola del 3 (gli alberi visibili da ogni finestra), 30% (copertura verde in ogni quartiere) e 300 (i metri tra casa e lo spazio verde più vicino). Dietro la Firenze che vediamo, c’è una Firenze in Ia, una sorta di SimCity o The Sims (ma senza umani, per motivi di privacy) per gli amanti dei videogiochi degli anni 2000. La Firenze digitale, per quanto riguarda il verde, si basa su due aspetti. Uno è la piattaforma Sivep, che dal 2018 è open source: serve per mappare ogni singolo albero, area, parco. "Gestisce 80mila alberature, 1626 aree verdi, a loro volta suddivise in 16mila sub-aree", spiega l’assessora all’innovazione Laura Sparavigna. Ma la vera novità si chiama Digital Twin. "Lo abbiamo da poco più di un anno e qui entra in gioco l’Ia, sempre da intendersi come strumento che serve a noi umani. Si tratta di una riproduzione fedele della nostra città. Millimetro per millimetro. L’unica differenza rispetto alla realtà è che, per motivi di privacy, non ci sono gli esseri umani. Ma poi possiamo vedere tutto, incrociare i dati, visto che ci sono 3mila filtri". Aspetto essenziale a livello climatico, per monitorare e sovrapporre tra di loro problematiche relative alle aree più calde o allo stato di salute degli alberi. La stessa Galgani, a proposito delle isole di calore, ha fatto l’esempio di piazza Arthom, così come in zona Mercafir. Aree da tenere sotto controllo perché d’estate il clima diventa rovente: le isole di calore vengono studiate a livello satellitare. E non solo. "Grazie al Digital Twin – sottolinea ancora Sparavigna – si può leggere, pianificare, organizzare la città. Si può capire dove è necessario mettere nuove piante".
Niccolò Gramigni