REDAZIONE FIRENZE

Stipendi e smartworking. Lo sciopero del Polimoda

I sindacati denunciano il "clima ritorsivo e il mancato rispetto degli accordi". I vertici dell’istituto: "Strumentalizzazione politica, danni alla nostra immagine"

Ieri hanno incrociato le braccia i lavoratori del Polimoda. Lo sciopero è stato proclamato dalla Flc Cgil di Firenze per protestare contro la riduzione degli stipendi, la negazione dello smartworking per i dipendenti che lo hanno richiesto e, più in generale, per il "clima ritorsivo" e "l’inasprimento delle relazioni sindacali". A spiegare la protesta è Paola Pisano, della Flc Cgil. "Polimoda è un ente no profit che si occupa di alta formazione. E’ un’eccellenza e ha ottenuto importanti risultati anche grazie all’impegno dei lavoratori. Eppure, nell’ultimo anno e mezzo, ha trascinato e non concluso una trattativa di rinnovo contrattuale per il salario variabile dei suoi circa 75 dipendenti".

Polimoda, afferma la sindacalista, è un ente – partecipato dai Comuni di Firenze, Prato e Scandicci – in salute. Ha tre sedi, Villa Favard, che è la principale, e due laboratori, uno a Scandicci e l’altro alla Manifattura Tabacchi, un fatturato annuo di 20 milioni di euro e un avanzo di esercizio che, negli ultimi due anni, è stato di di 11 milioni. Di recente ha fatto anche un investimento immobiliare importante, ovvero l’acquisto dell’edificio 6 della Manifattura Tabacchi per una cifra di 13,5 milioni e con la formula del rent to buy. Ovvero, dopo un periodo di affitto il conduttore può decidere di comprare l’immobile, detraendo dal prezzo una parte di quanto ha pagato versando il canone di locazione. Nonostante una situazione così florida, Polimoda non ha voluto pagare ai lavoratori in cassa integrazione l’integrazione del 20 per cento per arrivare allo cifra intera del loro stipendio, ha rifiutato di portare a conclusione la trattativa per l’accordo sulla parte variabile del salario e – accusa la Flc Cgil – negato lo smartworking richiesto da tanti lavoratori.

Non ci stanno i rappresentanti dell’istituto. "È in atto una strumentalizzazione da parte della Cgil che cerca di ottenere visibilità derubricando un iniziale presidio ad una conferenza stampa e portando il confronto sul piano politico per finalità che nulla hanno a vedere con la realtà dell’istituto", replica il vicepresidente di Polimoda Alessandro Sorani. Allo sciopero hanno aderito, aggiunge Sorani, "meno del 25% dei dipendenti", un atto che comunque va "a danneggiare, come altre improvvide iniziative dei mesi scorsi, l’immagine di Polimoda e gli interessi dei lavoratori". Dall’inizio della pandemia, sottolinea Sorani, la scuola ha continuato ad assumere e sono stati rinnovati oltre il 60% dei contratti a tempo determinato. "Auspichiamo dunque – è la conclusione del vicepresidente – che il sindacato riacquisti quel senso di responsabilità che dovrebbe caratterizzare chi si occupa della difesa dei diritti dei lavoratori".

Monica Pieraccini