REDAZIONE FIRENZE

Stop agli affitti brevi. Ricorso bis del Codacons: "Causa per 50 immobili"

A palazzo Castri l’assemblea pubblica prima di adire nuovamente il Tar "Delibera da annullare e risarcimento danni per ogni singolo appartamento".

A sinistra, l’avvocato Codacons Vincenzo Rienzo insieme al legale Gino Giuliano durante l’assemblea

A sinistra, l’avvocato Codacons Vincenzo Rienzo insieme al legale Gino Giuliano durante l’assemblea

"Siamo qui per incontrare i fiorentini. Anzi, reincontrare, alla luce della nuova delibera Funaro sullo stop agli affitti brevi nel perimetro Unesco. Una maldestra ripetizione peggiorativa della precedente “nardelliana“ già annullata dal tribunale amministrativo regionale. Siamo di fronte ad una situazione paradossale: prima l’amministrazione comunale produce una delibera, annullata dal Tar senza entare nel merito, forzando il Comune a rititarla per poterne licenziare un’altra per una mera motivazione di natura politica, quasi da campagna elettorale perenne. Così non si fa".

Codacons alla riscossa, verrebbe da dire, a giudicare dalle parole di Vincenzo Rienzo, legale del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. La stretta agli affitti selvaggi cari più dell’oro prodotta da Palazzo Vecchio continua a dividere. Al punto da generare una nuova ondata di malcontento sottoforma di ricorso in formato class action mirato a impugnare il provvedimento licenziato lo scorso 30 luglio, per dare rappresentanza a quel plotone di liberi cittadini affacciati su Airbnb e professionisti d’area che danno per lesa la propria libetà di iniziativa economica. Ieri alcuni di questi, si son dati appuntamento nella hall di Palazzo Castri in piazza dell’Indipendenza per una nuova "assemblea pubblica". Il nuovo ricorso al Tar da depositare è quindi alle porte. "Lo stiamo ultimando - aggiunge Rienzo -: parliamo di un ricorso unico per una cinquantina di immobili, con cui chiederemo innanzitutto l’annullamento della delibera, più una richiesta di risarcimento danni simbolica ma fondata, oltre che concreta".

Con ordine, perché la questione orbita attorno a un pianeta sostanzialmente giuridico. In punta di diritto. A partire da norme di rango costituzionale "disattese" . Il Codacons bussa alla porta del Tar per "contestare la mancanza di competenza" da parte del Comune nel regolare locazioni brevi turistiche, in quanto "la disciplina delle forme di godimento della proprietà è sottoposta, in base all’articolo 42 della Costituzione, a riserva di legge statale e quindi solo il Parlamento può legiferare su materie che impattano la proprietà privata". Inoltre la disciplina "inciderebbe" sul mare magnum della concorrenza, dei beni culturali e dell’ordinamento civile, materie tutte attribuite dall’articolo 117 della Costituzione alla potestà esclusiva dello Stato. Per farla breve, secondo il Codacons, "il Comune non poteva intervenire sulla destinazione degli immobili del centro storico di Firenze in assenza di una legge statale che dettasse i relativi criteri".

Ma c’è di più, perché l’altro filone di cortocircuito giuridico, secondo l’avvocato Gino Giuliano, si consuma combinando la delibera di Palazzo Vecchio col dispositivo del dl Salva Casa Salvini: "Il decreto dice chiaramente - afferma il legale - che senza limiti è possibile cambiare destinazione d’uso agli immobili, conferendo alle Regioni nuovi poteri di semplificazione, anziché di limitazione, per rendere più snella l’iniziativa imprenditoriale nel porre in essere locazioni turistiche brevi".

Capitolo risarcimenti: qui la questione si fa succosa, perché potenzialmente parliamo di risarcimenti milionari da liquidare laddove il Tar si esprimesse a favore dei ricorrenti. "Sarà nostra premura individuare la congrua somma - aggiunge l’avvocato Giuliano -. Parliamo di immobili che giornalmente fruttano 200 euro. Mediamente, se affittati per 15 giorni, ogni mese si sfora il tetto dei 3mila euro. Chiederemo al giudice di condannare la pubblica amministrazione a questo tipo di somma, da qui alla sentenza. Se esce tra un anno accogliendo il ricorso, fate voi due calcoli...". A spanne, si oscilla tra il milione e mezzo/due milioni per la singola unità abitativa, perché la "richiesta risarcitoria è connessa a ciasun bene immobile", puntualizza Rienzo. Del resto, Codacons non ha dubbi: "Con la seconda delibera, il Comune di Firenze ha agito con dolo".

Francesco Ingardia