CARLO CASINI
Cronaca

Stop cellulari, le scuole si muovono: "Educhiamo all’uso consapevole"

Alla Barsanti telefonini vietati anche al personale. Vespucci: "Dovremo dire no anche all’utilizzo didattico"

Stop ai cellulari a scuola

Stop ai cellulari a scuola

Firenze, 13 luglio 2024 – Fa discutere il provvedimento dell’Istituto comprensivo Barsanti dell’Isolotto – secondaria di primo grado (media) Barsanti, primarie (elementari) Eduardo De Filippo e Martin Luther King, infanzia (asilo) Argingrosso e De’ Bassi – che interpretando in maniera restrittiva le linee annunciate dal ministro dell’Istruzione Valditara, vieterà da settembre il cellulare a tutti i presenti a scuola: non solo alunni, ma anche personale e visitatori. All’ingresso gli studenti dovranno consegnare il telefono al personale che lo custodirà in un cassetto chiuso a chiave fino all’uscita; pena per chi sgarra, sequestro dello smartphone che sarà riconsegnato solo ai genitori con l’aggiunta di una nota disciplinare sul registro. Uniche deroghe ammesse, urgenze prontamente documentabili e, per il personale, l’utilizzo fuori dall’orario di servizio e dai luoghi frequentati dagli alunni.

Un provvedimento educativo volto a educare i ragazzi a un uso responsabile e ad arginare la dipendenza da smartphone, deciso a maggioranza dal collegio ed è frutto di un percorso: "A febbraio abbiamo iniziato una sperimentazione per limitare l’uso e la dipendenza dai cellulari – ripercorre il preside Marco Menicatti – ricominciando a dettare i compiti sul diario scolastico invece che segnarli sul registro elettronico, anticipando quanto annunciato dal ministro. Fu la risposta votata dal consiglio all’obiezione dei genitori ‘ma voi a scuola ci obbligate a dare il cellulare ai figli’. Ci sono state discussioni e prese di posizione tra contrari e favorevoli, ma facendo il punto alla fine dell’anno si è votato all’unanimità due decisioni: la prima è l’ok al ritorno al registro elettronico, ma i compiti devono comunque essere dettati in classe per imparare a prendere appunti e prestare attenzione al docente; solo poi egli riporterà anche sul registro elettronico, per consentire un controllo da parte dei genitori o del bambino. L’eventuale assegnazione di compiti che non sono stati dettati non è valida e viene cancellata".

«Poi, per ribadire che a scuola il cellulare non serve, tanto se c’ da avvertire la famiglia lo può fare la scuola stessa, no allo smartphone in classe. Siamo educatori e per educare dobbiamo dare il buon esempio: limitiamoci a utilizzare il telefono per necessità e non per balocco, altrimenti inutile lamentarsi che i ragazzi hanno sempre il cellulare in mano se noi adulti facciamo lo stesso", conclude il preside. Al Comprensivo Vespucci di Peretola, invece, spiega la preside Francesca Cantarella, "fino all’anno in corso i ragazzi della secondaria, parte del progetto Dada, potevano portare il cellulare ma dovevano chiuderlo nell’armadietto; alla primaria era bandito. Alla secondaria c’era la possibilità, in deroga e sotto la responsabilità del docente, di far utilizzare agli studenti il telefono in classe solo per lavori didattici. A questo punto, dopo la direttiva ministeriale, toglieremo questa deroga".

Anche alla Montagnola si sta lavorando a progetti per l’uso consapevole di dispositivi elettronici, dice la preside Silvia Di Rocco, mentre al Comprensivo Compagni-Carducci "già avevamo vietato l’uso del cellulare nel regolamento, anche rispetto a usi didattici – spiega la preside Laura Guido – Abbiamo tablet e computer per le attività e ci sono altri canali per contattare le famiglie. I ragazzi devono tenere il telefono spento, ma non lo mettiamo sotto chiave".