LUCA
Cronaca

Storia di una "lou lou" rubata. La perla delle perle donata in beneficenza. Reportage dall’isola di Dahlak

L’articolo del primo novembre del 1930 fa parte di un volume durante il viaggio nel Corno d’Africa. Il gesto dei pescatori che regalano l’oggetto più bello a chi è rimasto cieco a forza di immersioni.

Albert Londres è stato uno dei più importanti inviati dei primi trent’anni del ’900

Albert Londres è stato uno dei più importanti inviati dei primi trent’anni del ’900

Ho vissuto questa storia a Dahlak: Dahlak, sulla costa dell’Africa, è la principale delle isole perlifere del gruppo di Massaua. Vi devo però delle spiegazioni: siccome il papà di Sua Al tezza tardava, a rispondere, noi guardavamo senza tregua al mare. L’altra mattina vedemmo in lontananza un punto che non ci sfuggi più. Il punto assunse forma: una vela, una chiglia, era un sambuco, un ronzio, felicità. Era un sambuco a motore che si ancorato facendo muovere l’acqua lasciandosi cullare dall’onda. Ben presto il mare apparve un po’agitato sul suo fianco destro: era sta lanciata in mare una imbarcazione nella quale due silhouettes saltava no. L’imbarcazione si staccò dal sambuco e si recò nel lavatoio, cioè nel porto. I due uomini misero piede a terra, raggiunsero la gettata e si recarono in città. L’uno molto alto, l’altro piccolissimo; magri entrambi: un elmetto coloniale che in passato era stato blanco. L’affare misterioso dalle lunghe gambe ondeggianti nei tubi di un pantalone senza colore. Tale appariva l’individuo più grande che portava pure occhiali gialli, il piccolo non era vestito così bene ed è questa tutta la descrizione che merita. Essi marciavano l’uno accanto all’altro, velocemente come gente che ha molto da fare nel paese. Le mosche delle stradicciole videro passare muli senza che si scostassero di un pollice l’uno dall’ altro. La loro giacca che doveva essere senza dubbio della carta asciugante faceva vedere il sudore delle loro scapole. Il piccolo era tuttavia un po’ troppo grande per servire da bastone all’altro, ciò era deplorevole per questo, vacillava sempre piu. Giunti nella parte oscura del ba zar i due entrarono nella botteguccia che un ebreo, abbronzato, seduto in fondo, illuminava coi suoi occhi. Il grande era francese, il piccolo era greco: entrambi erano ubriachi. I tre individui trattavano un affare molto misterioso. Avendoli osservati a sufficienza entrammo nella botteguccia. Aspetta - disse il francese. Perchè aspettare? Non disturbammo questi signori. Uscimmo, ma cinque minuti dopo eravamo di ritorno. Ecco diciamo noi siamo francesi che sono stati fermati nel loro viaggio. Noi vogliamo lasciare Hodeida. Voi avete un sambuco a motore?. Conduceteci a Massaua, a Gilbutt, ad Aden. Il prezzo che voi farete noi lo accetteremo. Il greco era il padrone dell’imbar cazione. Egli si recava a Dahlak. Dahlak? Avevamo udito questo nome. Quanto vuoi? Quel greco era un gentiluomo. Egli non trasportava del passeggeri, ma ci avrebbe preso a bordo perchè eravamo due europei sperduti in una contrada poco ospitale. Avremmo dato una sterlina al suo negro, un’altra sterlina al suo francese. Quanto a lui, non accetterebbe nulla. che non li cambierà affatto. In viaggio per l’isola delle perle l’ndomani alle 11 ci imbarcavamo sul sambuco. Il francese era un fratello della Costa. Un avanzo d’uomo, come se ne incontrano nelle colonie. Un’oftalmia in tutto il suo pieno sviluppo divorava i suoi occhi. Egli si occupava del motore, ma le sue attitudini per la meccanica non sembravano indiscutibili. Un negro si affaccendava attorno a lui e gli toglieva il lavoro dalle manti Allora il francese aprì una bottiglia di zebib, l’assenzio dell’oriente. I tre a bordo bevettero. Il sole colpiva come una grossa mazza. Certamente i loro crani non dovevano tardare a fumare. La brezza del mezzogiorno si alzò. Il padrone ordinò la partenza. La vela metteva un po’ d’ombra su un angolo del ponte e questa rappresentava tutta la nostra gioia di vivere. Una bella giornata si annunziava. Ma non si ha quello che si merita? Venuta la notte il greco ci portò una lanterna e si sedette accanto a noi. Egli ci chiese la ragione per la quale eravamo in quel paese. Si animò non appena seppe che le perle ci interessavano e ci dis- se esattamente: "Quanto dareste per una lou lou che vale trecento sterline?". " Mostrala". "Domani". "Mostrala subito!". Non l’ho. Ma è per essa che faccio il viaggio. In quel momento il negro prese un flauto e si pose a fischiare in faccia alla luna. Il greco avvicinò il dito mignolo alla lanterna e disse: la lou-lou è grossa come la mia unghia. E’ bianca ed è di quest’anno. L’ebreo di Hodeida ne offre cento sterline.