
Storia e arte fiorentina da custodire . La chiesa di San Martino a Mensola
Lunedì 25 marzo la classe II della Scuola Santa Marta ha fatto una passeggiata tra gli ulivi di Settignano fino alla Chiesa di San Martino a Mensola aperta per l’occasione dal parrocchiano Alessandro Ottanelli.
Qual è la storia di questa chiesa?
"In epoca antichissima in questo luogo sorgeva un oratorio dedicato a San Martino che fu ricostruito nel IX secolo da Sant’Andrea Scoto, un giovane benedettino irlandese, poi arcidiacono della diocesi di Firenze, che si innamorò di questo posto. L’edificio, già ristrutturato intorno al Mille, assunse le attuali forme architettoniche brunelleschiane dopo l’importante intervento nella metà del ‘400. Infine, nel 1999, la chiesa è stata sottoposta a un restauro guidato dall’architetto Massimo Ricci il cui lavoro di recupero ha riguardato sia la parte architettonica che le numerose opere d’arte ivi custodite".
Cosa scopriamo entrando?
"Nella parte inferiore sono presenti alcuni resti della chiesa del IX secolo che a loro volta sormontano rovine etrusche. In questa parte è conservato anche il busto di Sant’Andrea Scoto in legno dorato e contornato di pietre preziose. Le sue ossa, invece, sono custodite nel cassone reliquiario istoriato posizionato nella parte superiore della chiesa, sotto l’altare maggiore. Queste opere furono commissionate intorno al 1389 dalla famiglia Buonafede il cui stemma compare su entrambe".
E risalendo dalla cripta?
"Lo sguardo è catturato dalle tre navate sovrastate da soffitti con capriate a vista e opere d’arte di grande valore. La parete di fondo è adornata dall’opera del Maestro di San Martino a Mensola e raffigura La Madonna col Bambino e santi (1391). Nella navata di sinistra spicca invece l’opera sublime dell’Annunciazione, attribuita al miniaturista del ‘400 Zanobi Machiavelli. Nella navata di destra, la Madonna col Bambino e due sante di Taddeo Gaddi (1350) e sullo stesso lato anche l’opera La Madonna col Bambino e santi di Neri di Bicci. Alzando gli occhi ci colpisce un bellissimo crocifisso restaurato da poco (tredici erano le mani di vernice che lo ricoprivano), opera di Benedetto da Maiano. La plasticità del corpo di Cristo è davvero unica. La chiesa ospita inoltre un prezioso organo ad armadio (400 canne) costruito da Pietro Agati nel 1803".
Qualche curiosità?
"All’interno della sacrestia è conservato un banco sul quale sono ancora presenti dei solchi circolari: qui le suore preparavano dei dolcetti chiamati brigidini in onore di Santa Brigida, sorella di S. Andrea Scoto". La visita dei ragazzi di Santa Marta è proseguita in un silenzio carico di ammirazione.