OLGA MUGNAINI
Cronaca

Storie di San Francesco. Nuova vita per gli affreschi

Cristina Acidini sul restauro: "Siamo a metà, entro due anni la conclusione"

Storie di San Francesco. Nuova vita per gli affreschi

Storie di San Francesco. Nuova vita per gli affreschi

I restauri sono iniziati da tempo, ma la complessità dell’intervento e l’importanza del capolavoro comportano un continuo confronto fra il comitato scientifico e i professionisti all’opera nel cantiere.

Le novità e i risultati raggiunti sul restauro degli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi in Santa Croce sono stati illustrati ieri alla IX edizione del Salone dell’Arte e del Restauro, in corso fino al primo maggio alla Fortezza da Basso.

Le cure dello straordinario ciclo delle Storie di San Francesco, dipinte da Giotto tra il 1317 e il 1321, sono affidate all’Opificio delle Pietre Dure. A raccontare il lavoro in corso su quello che è considerato un capolavoro assoluto della maturità dell’artista, sono state la soprintendente dell’Opificio Emanuela Daffra e Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, con gli interventi della storica dell’arte Renata Pintus e di Maria Rosa Lanfranchi che guida la squadra dei restauratori.

"Il restauro agli affreschi di Giotto della Cappella Bardi ha avuto un lunga gestazione, con le prime analisi cominciate all’inizio del Duemila – spiega Cristina Acidini –, per capire che margini di recupero ci fossero per una cappella che ha avuto molti danni dovuti alle infiltrazioni, alla perdita di colore e anche a disastri sul piano estetico di restauri che oggi guardiamo con altri occhi". Lunga anche la fase del reperimento dei fondi, a cui contribuisce in gran parte l’Opera di Santa Croce, la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Arpai, l’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano, più l’Opificio con i suoi esperti e il suo lavoro.

"Siamo a metà circa del lavoro e nei prossimi due anni speriamo di concludere – prosegue Acidini –. Le indagini a scanner sono servite a evidenziare la pittura originale e le perdite colmante nel tempo in vario modo. Molto studio verte su questo: come trattare le parti mancanti. Quello che è rimasto degli affreschi di Giotto è straordinario, ora c’è da armonizzarlo con ciò che non c’è più". La Cappella Bardi è un’opera della maturità dell’artista, dopo i cantieri di Assisi e Padova: "Nel vedere da vicino le ’Storie di San Francesco’ - conclude Acidini - colpiscono la vivezza delle espressioni, dei gesti, la strepitosa capacità narrativa, i dettagli, con affetti, sentimenti, passioni che Giotto rappresenta con un naturalismo che nessuno aveva mai sperimentato prima".