Strade sicure, il Comune tira il freno. Velocar in via Borromeo e Spedaletto

I dispositivi saranno operativi da metà luglio. Il sindaco Ciappi: "Ascoltate le segnalazioni dei cittadini"

Strade sicure, il Comune tira il freno. Velocar in via Borromeo e Spedaletto

Strade sicure, il Comune tira il freno. Velocar in via Borromeo e Spedaletto

Dal 15 luglio operativi a San Casciano due Velocar, due nuovi rilevatori della velocità che saranno installati in via Borromeo e a Spedaletto, all’inizio del centro abitato. I due dispositivi sono stati acquistati dall’Unione comunale del Chianti Fiorentino proprio per migliorare la sicurezza stradale di pedoni e automobilisti e ridurre la velocità in determinati tratti di viabilità comunale.

Gli apparecchi, che hanno funzionalità bidirezionali, sono stati installati in aree dei centri abitati in cui il limite di velocità è di 50 chilometri orari. "Ciò che maggiormente ci preme – spiega il sindaco Roberto Ciappi – è la sicurezza e la tranquillità dei cittadini che poniamo al centro di ogni nostra scelta. Per questa ragione abbiamo deciso di accogliere le segnalazioni e le sollecitazioni dei cittadini rispetto ai comportamenti non corretti di tanti, troppi automobilisti che rendevano quei tratti particolarmente critici sul piano della sicurezza". "Siamo passati – continua il primo cittadino – a richiedere e ottenere l’autorizzazione dalla Prefettura di Firenze per l’installazione dei dispositivi che, ci auguriamo, possano essere un incentivo al rispetto del codice della strada, a viaggiare con maggior senso civico e responsabilità per se stessi e per la comunità" conclude.

Nel territorio dell’Unione comunale del Chianti Fiorentino sono presenti altri apparecchi per il controllo della velocità, nella versione tradizionale. Tra questi, uno alla Zambra, nel Comune di Barberino Tavarnelle, uno al Passo dei Pecorai nel Comune di Greve in Chianti e due sono presenti al Talente, nel Comune di San Casciano. Il Velocar è una sorta di tutor che rileva la velocità lungo un tratto di strada.

Andrea Settefonti