Gabriele Canè
Cronaca
Editoriale

Strade, treni e deficit

Firenze, 26 luglio 2024 – Proviamo a riassumere. La A11 nasce nell’agosto del 1933, seconda per anzianità autostradale solo alla Milano-Laghi del 1924. E da allora non è cambiata granché. La Fi-Pi-Li è la Fi-Pi-Li, strada di grande comunicazione che comunica quotidianamente disagi, ritardi, code. Si pensa di costituire una società ad hoc e di imporre il pedaggio ai mezzi pesanti. Ma con la prima non si allargano automaticamente le corsie, e con il secondo si crea il paradosso di far pagare non un servizio, ma un disservizio. In A1 la variante da Barberino a Calenzano è in già in funzione, ma da Calenzano a Barberino è ancora cantierata, con relative code chilometriche. Quotidiane. Verso Incisa, più o meno. Per chiudere con la viabilità, ricordiamo che Firenze non ha una tangenziale, e che dunque tutto quello che succede attorno si scarica in città dove ora l’ingorgo è garantito dai cantieri della tranvia.

Passando ai treni, la talpa sta ancora scavando il tunnel per l’Alta velocità e relativa stazione. Si parla del 2028. A Bologna, non in Giappone dove sono super efficienti, è stata inaugurata nel 2013. Santa Maria Novella nasce nel 1934, stazione di testa, si entra, si esce, si perde tempo, locali, regionali, frecce. Un guasto, un deficiente che passeggia sui binari, ed è subito apocalisse.

Questo riassunto, per di più sintetico e parziale, è solo per ricordare che quanto accaduto di recente e i disagi di ogni giorno, non sono un caso o un’eccezione. Sono il frutto di un pauroso, collettivo deficit di infrastrutture. Ora, è chiaro che una voragine di questo tipo non si colma in breve tempo. Anche volendo. Ma prendere atto che esiste, e sedersi attorno a un tavolo per mettere in fila problemi e soluzioni, quello si può fare. Si deve. Un tavolo vero, serio, con tutti i responsabili locali, nazionali, per stabilire programmi, priorità, risorse. Come forse hanno fatto in Giappone. O anche più vicino.