SANDRA NISTRI
Cronaca

Strage all’Eni, timori per l’ambiente: "Predisposte analisi sulle acque"

L’azienda: "Implementate le misure di messa in sicurezza di emergenza sul fosso Tomerello". Piano di caratterizzazione, è rebus sui tempi: il sequestro del sito sta rallentando le procedure.

Nella strage dello scorso 11 dicembre al deposito Eni hanno perso la vita cinque lavoratori (FotoGermogli)

Nella strage dello scorso 11 dicembre al deposito Eni hanno perso la vita cinque lavoratori (FotoGermogli)

Già lo scorso 11 dicembre, a due giorni dall’esplosione al deposito di via Erbosa costata la vita a 5 lavoratori, Eni aveva inviato agli enti preposti comunicazione di potenziale contaminazione secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 152 del 2006, avviando così il procedimento ambientale previsto. La conferma di quanto emerso nella riunione di insediamento della commissione consiliare speciale di Calenzano sul disastro arriva direttamente da Eni che fa sapere anche come siano state al contempo "implementate le opportune misure di messa in sicurezza di emergenza sul fosso Tomerello, concertate anche con la locale Arpa" e sia stato "proattivamente predisposto, a costante presidio dell’ambiente, un piano di analisi per il monitoraggio delle acque i cui risultati vengono trasmessi puntualmente alle Autorità di controllo".

Sul punto della mancata presentazione, entro 30 giorni della comunicazione di potenziale contaminazione, del piano di caratterizzazione il ritardo, secondo l’azienda, sarebbe dipeso dal fatto che il sequestro del sito disposto dopo la tragedia avrebbe reso impossibile effettuare quanto richiesto. Proprio per il sequestro durato diverse settimane, infatti – fa sapere Eni - lo scorso 9 gennaio "è stata inviata a Regione, allo stesso Comune e alle Autorità di controllo istanza di sospensione del termine per la presentazione del Piano di Caratterizzazione, la cui elaborazione avrebbe richiesto lo svolgimento di analisi ambientali anche vicino all’area delle pensiline di caricamento delle autobotti, attività che, anche a salvaguardia delle esigenze investigative, si è ritenuto opportuno posticipare alla cessazione degli effetti del sequestro". Al momento non viene specificato quando il piano potrà essere redatto né sono stati resi noti i risultati del monitoraggio delle acque in corso.

Proprio su questo punto i membri della commissione consiliare hanno chiesto, nella seduta di insediamento, di poter convocare Arpat per la prossima riunione in modo da avere risposte su questo punto e, magari, anche qualche rassicurazione. La notizia dello sversamento nel fosso Tomerello e quindi poi nel Chiosina e nel reticolo maggiore di acqua potenzialmente contaminata da idrocarburi e sostanze utilizzate per lo sversamento dell’incendio ha infatti suscitato diverse preoccupazioni. Durante la prima seduta della commissione è stato toccato anche il nodo dell’aggiornamento del piano di sicurezza esterno all’impianto per il quale il Comune di Calenzano, almeno alla data dell’incontro, era in attesa di essere riconvocato dalla Prefettura: "Noi - ha spiegato però al proposito il sindaco Giuseppe Carovani – abbiamo precisato che si deve andare a un superamento di questo sito, per noi sono prioritarie le verifiche sulla sicurezza attuale, nello stato di non esercizio. È prematuro parlare come se l’impianto dovesse ripartire domani".