
Nel crollo di via Mariti, il 16 febbraio dell’anno scorso, sono morti cinque operai
Firenze, 14 aprile 2025 – Strage di via Mariti, nuovo capitolo. Sono scattati oggi gli arresti domiciliari per Alfonso D’Eugenio, ex amministratore della Rdb Ita la società produttrice della trave crollata il 16 febbraio 2024, e le misure interdittive del divieto di esercitare la professione di ingegnere, per nove, per il responsabile tecnico di produzione Carlo Melchiorre, per il quale la procura aveva richiesto gli arresti domiciliari. Interdizione di sei mesi invece per il direttore dei lavori Marco Passaleva.
A deciderlo il gip del tribunale di Firenze, Antonella Zatini, nei giorni scorsi. La misura è stata eseguita dagli agenti della squadra mobile di Firenze. Per D'Eugenio, sussiste il rischio si reiterazione di reati. Inoltre, l'atteggiamento tenuto dall'ex numero uno di Rdb, ha indotto il giudice a pensare che l'uomo non abbia maturato alcuna presa di distanza dalle condotte che ha contribuito a commettere.
Per Melchiorre e Passaleva, invece, è scattato il divieto di esercitare la professione di ingegnere. La procura, per Melchiorre e D'Eugenio, aveva chiesto gli arresti domiciliari, mentre per Passaleva l’interdizione. Nel disastro morirono cinque operai. I tre, ad oggi, sono gli unici indagati. Le accuse sono, a vario titolo, di concorso in crollo di costruzioni, concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime.
Si ipotizzano inoltre aggravanti della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. In base alle ricostruzioni dei pm titolari dell'inchiesta, Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, che hanno coordinato le indagini di squadra mobile, polizia postale e Ausl di Firenze, con la collaborazione di vigili del fuoco e ispettori del lavoro dei carabinieri, la procura ritiene "che il crollo dell'edificio sia ascrivibile ad un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave TL309-2P relativa al secondo impalcato dell'edificio in costruzione presso il cantiere poiché venivano calcolati in modo erroneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e veniva inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro (armatura) non in grado di sostenere tali carichi".