REDAZIONE FIRENZE

Stragi naziste, Chianti alza la voce. Appello al governo per i ristori

Il Chianti si unisce per chiedere ristori alle vittime delle stragi nazifasciste. I sindaci esprimono sconcerto per i ritardi nei pagamenti e promettono di continuare la lotta per i diritti delle vittime.

Il Chianti si unisce per chiedere ristori alle vittime delle stragi nazifasciste. I sindaci esprimono sconcerto per i ritardi nei pagamenti e promettono di continuare la lotta per i diritti delle vittime.

Il Chianti si unisce per chiedere ristori alle vittime delle stragi nazifasciste. I sindaci esprimono sconcerto per i ritardi nei pagamenti e promettono di continuare la lotta per i diritti delle vittime.

Sulla questione ristori per le vittime delle stragi nazifasciste il Chianti alza la voce. I comuni di San Casciano , Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle si uniscono, infatti, nel richiamo al governo italiano per l’erogazione tempestiva dei risarcimenti destinati ai familiari delle vittime delle stragi nazifasciste.

Nonostante le regolari domande di accesso al Fondo, il ministero dell’Economia non ha ancora proceduto con i pagamenti. E questo, per i sindaci, crea una situazione di stallo inaccettabile.

Durante i consigli comunali, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno che invita i sindaci a sollecitare il ministero affinché i ristori vengano erogati senza ulteriori ritardi.

I capigruppo di maggioranza, Ketty Niccolini, Niccolò Masiero e Valentina Cerrini, hanno espresso il loro sconcerto: "Questa situazione rappresenta un grave affronto alla memoria e alla dignità umana, un macigno sulla coscienza civica del nostro Paese".

La loro denuncia si concentra sulla sofferenza dei richiedenti, molti dei quali sono anziani e testimoni diretti degli orrori della guerra. "Il governo sta ignorando il dolore di chi ha subito perdite inenarrabili", hanno sottolineato.

"Ci troviamo di fronte a un muro inspiegabile, un comportamento che riteniamo inaccettabile". I rappresentanti locali promettono di non arrendersi, continuando a lottare per i diritti delle vittime attraverso mobilitazioni e presidi. "La nostra battaglia è una questione di civiltà e memoria", concludono, esprimendo la determinazione a non lasciare soli i familiari delle tante vittime in questo difficile percorso. (nella foto la sopravvisuta Mirella Lotti)

Andrea Settefonti