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Stragi naziste in Val di Pesa, i parenti delle vittime chiedono risarcimenti: vicenda in tribunale

L’iter giudiziario in corso a Firenze. Si tratta di eccidi rimasti tragicamente nella memoria collettiva locale

La lapide che ricorda la strage di Pratale (Da Facebook)

Firenze, 9 novembre 2023 – Chiedono un indennizzo per i loro parenti barbaramente uccisi durante le stragi naziste dell’estate 1944, quando l’esercito tedesco in ritirata, incalzato dagli Alleati, compì ogni tipo di nefandezza, uccidendo e distruggendo. L’iter giudiziario è in corso al tribunale di Firenze. Per vicende, nella zona di Tavarnelle Val di Pesa, che rimangono una pagina nera.

Mirella Lotti, 88 anni, ha chiesto un risarcimento di 75 mila euro alla Repubblica Federale di Germania per la morte del padre Giuliano, assassinato insieme ad altre 11 persone il 23 luglio 1944. Sergio e Katia Poneti, nipoti di Egidio Gimignani, torturato e ucciso dai nazisti a Tavarnelle Val di Pesa il 20 giugno 1944 hanno invece sollecitato un indennizzo di 50mila euro.

«Si tratta di due storie terribili impresse nella memoria storica della comunità locale - spiega l'avvocato Iacopo Casetti che insieme alla collega Vittoria Hayun assiste i parenti della vittime - Crimini di guerra compiuti dalle forze armate del Terzo Reich nel 1944 quando era in corso la ritirata aggressiva delle truppe tedesche, accerchiate dalle forze alleate. Crimini che non hanno finora ottenuto giustizia».

Egidio Gimignani venne catturato il 19 giugno 1944 durante un rastrellamento a seguito dell'uccisione di un soldato tedesco. Fu sottoposto a terribili torture psicologiche e fisiche affinché fornisse informazioni sul gruppo partigiano di appartenenza.

Non fece mai quei nomi e negò sempre di appartenere alla comunità di San Donato in Poggio. Il 20 giugno 1944 i nazisti fecero scavare una fossa dai cugini del Gimignani e ve lo gettarono all'interno ancora agonizzante.

Giuliano Lotti fu massacrato insieme ad altri 11 civili in un campo in quello che è stato poi rinominato l'eccidio di Pratale il 23 luglio 1944. In quei giorni le forze del Terzo Reich si stavano ritirando dalla Val di Pesa verso Firenze, incalzati dalle truppe alleate.

I soldati tedeschi fecero irruzione nel podere di Pratale dove si trovavano quattro famiglie di sfollati e separarono le donne dagli uomini. Questi ultimi vennero fatti entrare in un boschetto, allineati e fucilati sul posto.

«L'auspicio - spiega l'avvocato Casetti - è che il tribunale civile di Firenze possa rendere giustizia ai discendenti delle vittime condannando la Repubblica Federale di Germania al ristoro di tutti i danni patiti garantendo l'accesso al Fondo di garanzia per le vittime del Terzo Reich istituito al ministero dell'Economia e delle Finanze».