Firenze, 9 gennaio 2022 - Spargere stricnina, lanciare polpette avvelenate per uccidere gli animali. Ma chi ci può essere dietro questa strage di amici a quattro zampe? Cosa può scatenarsi nella mente di chi arriva a compiere gesti simili? Ne abbiamo parlato con Maria Antonietta Gulino, presidente ordine psicologi della Toscana.
“Intanto - dice, - una premessa: non si può tracciare un profilo psicologico partendo solo dai fatti di cronaca, pur se brutali come in questo caso. Per delineare una sorta di ‘identikit’ dovremmo conoscere la persona, le sue abitudini ed il contesto in cui vive”. Detto questo, Gulino va però oltre. E ci spiega che “quando si proietta esternamente un comportamento aggressivo, significa che si sono irrigiditi i meccanismi di difesa soggettivi”.
Insomma, dietro il gesto di uccidere i cani ci potrebbe essere una persona afflitta da disagio, che non ha saputo chiedere aiuto in tempo. “Il livello di intolleranza verso l’ambiente aumenta quando la nostra situazione interna, emotiva, ‘ristagna’ e funziona secondo ‘coordinate di malessere’. Insomma, quando una persona non sta bene può proiettare fuori di sé il proprio disagio interno attuando comportamenti anche violenti proprio nei confronti dei più deboli, quali appunto possono essere gli animali. I meccanismi di difesa psicologici, che tutti noi abbiamo, da auto-protettivi possono diventare ‘etero-diretti’, con il rischio di far star male qualcuno”.
Si tratta di una o più persone che non riescono più a gestire i propri stati d’animo…
“Si ha un comportamento patologico quando per esprimere le mie emozioni forti l’unica via che trovo è la loro manifestazione esterna in modo appunto aggressivo in modo etero-diretto o anche auto-diretto”.
Ci può essere emulazione? Forse siamo in presenza di più killer di cani?
“Indubbiamente, i comportamenti negativi disfunzionali possono ‘contaminarsi’. I cattivi comportamenti possono esser presi a modello perché ritenuti vincenti da chi, come detto, non riesce più a controllare le proprie emozioni. Per star bene con gli altri, per prima cosa bisogna star bene con se stessi”.
Sappiamo bene come il disagio psicologico sia cresciuto negli ultimi tempi.
“Pandemia, guerra, crisi energetica: il malessere è dilagante e la conferma del bonus psicologico ci fa capire quanto sia necessario un aiuto da parte di noi professionisti. L’individuo, sempre più stressato, diventa più intollerante e suscettibile a comportamenti disfunzionali”.
Possiamo indicare alcuni campanelli d’allarme?
“Aumento dei livelli di irritabilità, perdita del sonno, iper-agitazione, alterazione del tono dell’umore. Quando le abitudini di vita quotidiana vengono gestite da emozioni difficilmente governabili, in modo ripetuto nel tempo, bisogna chiedere un supporto psicologico”.