CARLO CASINI
Cronaca

Zebre sbiadite, marciapiedi fantasma: «Attraversare la strada, che ansia». La dura vita del pedone fiorentino

Molte le strisce scolorite o nascoste da angoli ciechi. Il nostro test con una camminata per le periferie. Maglia nera a Monticelli. A Coverciano è una roulette russa. L’incrocio più difficile in fondo a via Canova

Le strisce sbiadite in via Masaccio viacino all’angolo con via Giuseppe La Farina sono uno dei tanti casi in città

Le strisce sbiadite in via Masaccio viacino all’angolo con via Giuseppe La Farina sono uno dei tanti casi in città

Firenze, 30 agosto 2024 – Agosto è una manna, ma con la città che riparte, tra cantieri, parcheggi impossibili, bus che non passano o passano strapieni, il mezzo forse migliore per spostarsi sono i piedi. Firenze è tutto sommato pianeggiante e le distanze non sono poi enormi. Ma quanto sono sicure le strade per i pedoni? Tralasciando buche e radici sui marciapiedi, il rischio maggiore sono gli attraversamenti.

Partendo dalla redazione, già in viale Mazzini vicino all’angolo con viale Gramsci si incontrano le prime strisce pedonali scolorite, ma, coincidenza, un operaio arriva a ridipingerle in quel momento. Poco più avanti anche in via Botta sono poco visibili, così come in via Bovio vicino allo slargo di via Cassuto. Non va meglio in via Masaccio incrocio via Varchi e a quello con via La Farina. Oltrepassata la ferrovia, sono stinte stinte anche le zebre in viale dei Mille angolo via Marconi.

Stessa storia anche in via di San Salvi, dove sono diversi gli attraversamenti consunti, e portano pure verso scuole e giardini pubblici, come vicino a via del Mezzetta. Sbiadite anche le zebre di via Lungo l’Affrico angolo via Speri e in via Scipione Ammirato angolo via Villari. In via D’Annunzio, all’intersezione con via Cristiani la carreggiata è larga e attraversare le strisce incute timore: «Quando si ferma una macchina per farti passare quella dietro spesso sorpassa – spiega Vanni, residente – Sono stati investiti tanti pedoni, l’ultimo lunedì, settimana scorsa un altro. Andrebbe messo un salvagente in mezzo per renderlo sicuro».

Nella periferia opposta va pure peggio: la maglia nera va a Monticelli, dove i casi sono tanti: in via Domenico Veneziano, davanti alla rosticceria, le strisce sono sparite tant’è che qui il 28 febbraio è stata investita una donna. Un’altra è stata investita quattro mesi fa in via Piero di Cosimo: qui le strisce si vedono, ma rimangono nascoste alle auto che arrivano da via di Soffiano; sarebbe bene spostarle più in alto. Anche quelle in largo del Boschetto, la piazzetta tra via di San Vito e via di Soffiano, mostrano segni di sbiadimento, ma qui il pericolo è dato dalla cattiva abitudine degli incivili di parcheggiarci la notte, occludendo oltretutto il giro del posteggio e costringendo gli altri automobilisti a fare un lungo giro fino a via dell’Olivuzzo per ritornare indietro. Sul lato opposto della piazzetta sono sbiadite le stinte le zebre su via Baldovinetti, un punto particolarmente sensibile perché ci sono scuole e palestre.

Il premio per le strisce più assurde va invece a quelle in via Bronzino tra via Francavilla e via di Monticelli: non si capisce se sono state cancellate per costringere i pedoni a fare tutto il disagevole giro fino al semaforo; fatto sta che ancora ci sono – e sono molto usate visto che conducono verso Pam e tramvia – ma finiscono tappate da stalli di sosta. Davanti alla Pam stessa, in via Francavilla, poi, ne troviamo altre completamente sbiadite. Difficile anche la zona di piazza Pier Vettori, dove le strisce ci sono ma vengono sistematicamente ignorate, soprattutto quelle in via Pisana davanti al parco di Villa Strozzi. E poco più avanti il verde per i pedoni per attraversare via Giovanni della Casa scatta insieme alle macchine, che svoltando a destra da via Bronzino non danno la precedenza ai pedoni, anzi, strombazzano pure.

L’incrocio più difficile da attraversare a piedi è quello in fondo a via Canova: non solo al semaforo non è previsto attraversamento pedonale, ma una volta sul marciapiede che costeggia esternamente lo svincolo all’Indiano, si rimane prigionieri; finisce nel nulla perché c’è (giustamente) un divieto d’accesso pedonale alla rampa, ma nessun attraversamento riporta sul lato opposto del marciapiede verso via Simone Martini. Bisogna attraversare alla bersagliera e una volta di là non si è mica in salvo: dei cespugli troppo cresciuti invadono il marciapiede e costringono a camminare pericolosamente in curva. In via Torcicoda all’incrocio con via Modigliani a essere sbiadito è l’attraversamento ciclabile, con il risultato di trovarsi d’improvviso in mezzo alla strada le rare biciclette che la usano. Mobilità dolce, ma dura.