BARBARA BERTI
Cronaca

Studenti del Buontalenti si dissociano da atti vandalici e saccheggi nella scuola

Student representatives at the Buontalenti school in Florence dissociate themselves from the recent vandalism and theft that occurred on campus. The school principal suspects that some of the perpetrators may be students. The representatives condemn the actions and urge those responsible to come forward. They emphasize the importance of respecting school property and highlight the opportunities that education provides.

La succursale di via dei Bruni, a Firenze, dell’istituto alberghiero Buontalenti che nel fine settimana è stata vandalizzata e saccheggiata

"I rappresentanti degli studenti del Buontalenti si dissociano da quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica scorsi". A dirlo a chiare lettere è Mirko Giudice, 20 anni, studente di quinta I e rappresentante d’istituto dell’alberghiero fiorentino dove ignoti hanno vandalizzato i nuovi laboratori di sala e cucina, oltre ad aver rubato soldi e computer presenti nella succursale di via dei Bruni. "Siamo sconcertati, dispiaciuti e disgustati" aggiunge. Secondo quanto raccontato dalla dirigente scolastica Maria Francesca Cellai, che domenica dopo mezzogiorno ha visto scappare un gruppetto di giovani, almeno dieci, tra gli autori del raid vandalico, ’condito’ da bivacchi, ci sarebbero anche alunni dell’istituto stesso. Forse due o tre studenti del primo e secondo anno. E proprio ieri la preside ha sporto denuncia. "La nostra scuola, a partire dalla preside, è sempre molto attenta alle problematiche e richieste di noi ragazzi. Il dialogo è continuo. Un esempio? La scorsa settimana ci sono stati alcuni giorni di autogestione pienamente concordata con la dirigenza che ci ha concesso spazi per organizzare tornei sportivi, corsi di poesia e lettura e giochi da tavolo" racconta Giudice che, senza nascondersi, ammette che in quei giorni "qualcuno ha fatto piccoli danni al muro nella sede principale: abbiamo fatto una colletta per ripagare le spese". Ma secondo il rappresentante d’istituto "i danni sono stati fatti da persone esterne, entrate insieme ad alcuni studenti". E anche per gli atti vandalici e i saccheggi del fine settimana scorso i responsabili vanno ricercati principalmente fuori dalla scuola. "Certo, qualcuno dei ’nostri’ sapeva come fare a entrare e dove trovare i computer nuovi e le chiavi per aprire le cantinette delle bottiglie degli alcolici. E, infatti, stamani (ieri, ndr) abbiamo fatto il giro di tutte le classi, in sede oltre che in succursale, per invitare i responsabili a farsi avanti" dice Giudice. "Si tratta di un vero e proprio atto vandalico, non saprei come definirlo in altro modo. Volevano occupare la scuola? No, l’occupazione non funziona così. Non confondiamo le proteste studentesche con questo vile tentativo di trascorrere la ’notte brava’ a scuola" puntualizza Giudice. Il rappresentante d’istituto condannando il fatto, ricorda che "per colpa di pochi ci abbiamo rimesso tutti". Infatti, il materiale scolastico sottratto "non appartiene alla preside o ai professori. E’ di tutti, anche nostro. Spesso, poi, anche le famiglie contribuiscono alle spese per i materiali e le attrezzature" sottolinea Giudice.

La devastazione dei nuovi locali, inoltre, "è una totale mancanza di rispetto per chi li ha realizzati, per chi li ha pagati e anche nei confronti di noi studenti che lì ci passiamo tanto tempo visto l’indirizzo di studi" prosegue Giudice che non vuole fare di tutta l’erba un fascio. "A scuola, come nella vita quotidiana, ci sono persone che non rispettano gli altri. Questo però non significa che siamo una generazione ’marcia’" dice spiegando che alcuni studenti hanno aiutato i professori e il personale non docente a risistemare i laboratori che già da oggi riapriranno per le consuete attività di cucina e di sala. "Un appello ai compagni? Chi sa parli. Ma soprattutto, anche a nome degli altri rappresentanti, vorrei ricordare a tutti di avere più attenzione e cura per gli ambienti scolastici: studiare è una grande opportunità che tanto nostri coetanei vorrebbero ma non ce l’hanno" conclude lo studente.