
Stupro in un ristorante a Impruneta. La turista parteciperà all’udienza
Un’altra falsa partenza per l’udienza preliminare sul cosiddetto stupro dell’Impruneta, quando una turista canadese sarebbe stata violentata, secondo l’accusa, in un ristorante del paese, in una notte del luglio del 2022. Il gup, Fabio Gugliotta, ha fissato la prossima udienza al 30 aprile perché ieri mattina, la turista canadese ha dato incarico a un legale, l’avvocato Carlotta Messeri, di rappresentarla per un’eventuale costituzione come parte civile, al momento non formalizzata. Pertanto, è stato disposto un ulteriore differimento per le relative notifiche. Quattro gli imputati, che dovrebbero optare per il rito abbreviato. Uno è il titolare del locale, un altro un dipendente. Altri due, clienti. Hanno tra i 28 e i 48 anni. Secondo l’accusa, sostenuta dalla pm Beatrice Giunti, il titolare e uno dei due clienti si avvicendarono nell’intrattenere atti sessuali con la donna, che aveva bevuto durante la cena in quel ristorante. Mentre un altro dipendente assisteva e l’altro cliente filmava con il telefonino, realizzando un video che ben presto venne inoltrato tramite Whatsapp dallo smartphone del cliente che stava riprendendo ad altri amici che Il filmato, sequestrato dai carabinieri e acquisito agli atti, che oltre a contribuire alla ricostruzione di ciò che sarebbe accaduto, costituisce un capo d’imputazione a parte rispetto al presunto stupro di gruppo: il revenge porn.
A sostegno dell’ipotesi accusatoria della procura, c’è anche un’analisi degli smartphone, sequestrati dai carabinieri dopo la denuncia della donna (che immediatamente dopo ripartì per il Canada), e una perizia dna. Ma gli avvocati difensori punteranno a contestare che la donna non si trovava in "condizioni di inferiorità fisica e psichica", come invece ipotizza la procura. La canadese, oltre ad aver bevuto, aveva assunto anche cocaina. Circostanza che, se le accuse troveranno riscontro, aggrava la posizione dei quattro sotto accusa. E per strapparle sesso, sostiene ancora il pm Giunti, gli indagati avrebbero cagionato anche lesioni (giudicate guaribili in cinque giorni) alla presunta vittima di violenza sessuale. "Il processo ha ancora molto da raccontare. Siamo convinti che potremo dimostrare la totale estraneità dalle accuse per un ragazzo che da mesi sta vivendo un vero incubo", dichiarano gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri.