Leonardo
Romanelli
Le polemiche legate ai toast dimezzati, e ai piattini messi in conto per dividere la pasta sono figlie di un periodo di tensione, legato alla situazione sociale che le ferie, invece di attenuare, tendono ad acuire. E quale miglior settore, se non la ristorazione, può diventare il campo in cui sfogarsi: pranzi che diventano oggetto di critiche feroci, urla allo scandalo per costi addebitati non letti prima, fino all’accusa sui social, di “ladri!” per i conti presentati? Sembra che invece di un piacere mangiare fuori sia diventata un’avversità: nessuno viene costretto a sedersi ad un tavolo per consumare, quello che colpisce è il comportamento che scatta da parte del cliente, che sarebbe irricevibile in altri contesti lavorativi. Proviamo a pensare di sindacare il prezzo in un negozio di borse e chiedere una in omaggio perché la prima è così costosa che è un obbligo averne un’altra, prenotare un appuntamento da un professionista, non disdirlo, discutere con un medico dicendo che la sua prestazione dovrebbe costare di meno. In pratica, in tanti pensano che fare il ristoratore, in fondo, non sia un mestiere così difficile, estremamente remunerativo e chiunque possa essere in grado di farlo. Molti non capiscono il sacrificio di un mestiere che fa stare in piedi per ore filate dove le professionalità richieste sono tante e variegate, e che non stupisce che in tanti, oggi, non abbiano più vogla di farlo. D’altronde, se i politici si offendono l’un l’altro dandosi del “cameriere”, perché un giovane lo dovrebbe scegliere come professione? Il concetto dell’accoglienza dovrebbe essere insito nel mestiere, ma anche
l’educazione del commensale non dovrebbe diventare optional. Sedersi a tavola è un piacere della vita che, da questa parte del mondo, riusciamo a concedersi tre volte al giorno: invece di farlo diventare oggetto di dispute, dovrebbe essere l’occasione di recuperare il concetto di convivialità e scoperta di nuovi sapori perché, come diceva il politico e gastronomo francese Jean Anthelme Brillat Savarin ‘La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una stella’.