STEFANO BROGIONI
Cronaca

Suicidio assistito. Dopo l’appello di Cappato la legge toscana va avanti

La commissione regionale della Sanità ha licenziato la proposta. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni in tribunale per il caso Scalas. .

All’appello alla politica lanciato da Marco Cappato alla vigilia dell’udienza, la Regione Toscana ha dato una prima risposta: la commissione sanità, guidata dal Dem Enrico Sostegni, ha licenziato ieri pomeriggio la proposta di legge di iniziativa popolare su "procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019". Gli emendamenti presentati dalla commissione a firma del presidente Sostegni sono stati approvati a maggioranza con l’astensione dei consiglieri regionali Giovanni Galli a nome della Lega e di Andrea Ulmi per il Gruppo Misto – Merito e Lealtà. Non ha partecipato al voto il consigliere di Fratelli d’Italia Diego Petrucci. Intervenuto in commissione il consigliere di Forza Italia Marco Stella ha deciso di ritirare e ripresentare i suoi emendamenti che, insieme alla pregiudiziale di costituzionalità, andranno ora all’esame del Consiglio regionale.

La notizia arriva nel giorno in cui Cappato, promotore di questa iniziativa legislativa, è comparso, assieme alle attiviste Chiara Lalli e Felicetta Maltese, dinanzi al gup del tribunale di Firenze, Agnese Di Girolamo, che deve decidere sull’autodenuncia per l’aiuto al suicidio di Massimiliano Scalas, il 44enne di San Vincenzo (Livorno), malato di sclerosi multipla che nel dicembre del 2022 venne accompagnato in un clinica svizzera "a interrompere quella che per lui era diventata una condizione di tortura e di sofferenza insopportabile", ha ribadito Cappato.

Ieri, i legali dell’associazione Luca Coscioni, di cui Cappato è il tesoriere, hanno argomentato la richiesta di archiviazione nei confronti dei tre imputati depositando nuove memorie. Il giudice ha fissato una nuova udienza il 12 marzo per consentire al pm di studiare le ultime carte.

L’udienza fiorentina era stata intervallata da una ulteriore interpretazione della Corte Costituzionale, intervenuta sul criterio della ‘dipendenza da trattamenti di sostegno vitale’. Un ampliamento della lettura della sentenza Dj Fabo che comprende tutte quelle procedure che, indipendentemente dal loro grado di complessità tecnica e di invasività, sono normalmente compiute da familiari o caregiver, e che "può essere applicato, come noi riteniamo, al caso di Massimiliano, che era dipendente da assistenza continuativa", spiega l’avvocato Filomena Gallo, a capo del pool legale dell’associazione. Il 29 gennaio si terrà, sempre a Firenze, di fronte al giudice civile, l’udienza per una 70enne, affetta da grave malattia broncopolmonare, che ha presentato ricorso in appello dopo che il Tribunale ha confermato il diniego dell’Asl Toscana Centro all’erogazione dei farmaci necessari al suicidio assistito.