Firenze, 17 febbraio 2025 – Gloria aveva chiesto all’Asl Toscana Centro di collaborare per il suo suicidio medicalmente assistito. La 70enne di Firenze era affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva. Farmaci non reperibili sul mercato e attrezzature di uso ospedaliero era ciò di cui necessitava. L’azienda sanitaria negò entrambi i servizi. E in primo grado i giudici del tribunale di Firenze confermarono il diniego.
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Sabato, però , la quarta sezione civile ha accolto il ricorso del team legale della donna, coordinato da Filomena Gallo (segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni). Spiegando che se l’esercizio di un diritto fondamentale, come quello dell’autodeterminazione terapeutica, “rappresenta un’esplicazione della persona umana” allora “era compito dell’Asl eliminare gli ostacoli che si frapponevano alla realizzazione del diritto mettendo a disposizione di Gloria tutto il materiale farmacologico non reperibile sul mercato”. E le “strumentazioni ospedaliere per lei necessarie al fine di porre in essere una procedura giudicata idonea e legittima dalla stessa reclamata”, si legge.
Gloria è morta domenica scorsa, dopo aver fatto ricorso alla sedazione palliativa, viste le sue sofferenze. Pochi giorni dopo la legge sul fine vita in Toscana è stata approvata. E oggi la sentenza, destinata a far discutere ancora per molto. Con questa decisione viene anche dichiarata “cessata” la materia del contendere. E compensate le spese legali, senza però l’ombra di un risarcimento.