"È uno dei più grandi dj che abbiamo nel mondo, produttore di musica dance italiano, toscano, che con me condivide la passione per la musica, ma anche per le due ruote". Non succede tutti i giorni di essere presentati così da…Jovanotti. Con parole di stima ed affetto, il dj fucecchiese Federico Scavo è stato introdotto da Lorenzo Cherubini sul palco allestito a Castel Volturno in occasione del Jova Beach Party. Jova lo ha chiamato alla consolle per un’esibizione in tandem che ha regalato emozioni ad un pubblico in delirio di 60mila persone. C’era anche po’ di Fucecchio al concerto evento più grande d’Italia grazie alla partecipazione di Scavo che da 30 anni porta la sua musica in giro per il mondo. Il dj 48enne si è esibito sul main stage al tramonto: ritmi festosi ed energia esplosiva per uno show mai visto prima.
Federico, come e quando è nata la collaborazione con Jovanotti?
"Risale al 2015, quando ho prodotto una versione remix del brano “L’estate addosso”. Da lì la promessa di un concerto insieme, ma tra impegni vari e pandemia questo sogno si è concretizzato solo oggi".
E finalmente i fans di entrambi vi hanno potuti vedere sullo stesso palco. Segnali di una prossima collaborazione?
"I presupposti ci sono tutti. Sicuramente non finisce qui. Sono tutti rimasti stupiti dall’alchimia che si è creata. Nel mio dj set ho suonato le mie più grandi hit, un’ onda emozionale che ha travolto il pubblico anche con la proposta della versione originale de La Donna Cannone di De Gregori. Sul tramonto, da brividi. Stiamo già pensando ad una produzione insieme ad ottobre".
Come è stato dividere il palco con un gigante della musica come lui?
"La stima è reciproca. Con Lorenzo ci siamo sentiti sui social, i miei pezzi gli sono sempre sempre piaciuti perché sono molto vicini ai suoi. Contaminazioni tribali e afro ci uniscono e la conferma è stata il feeling che si è creato sul palco. Sembrava di conoscersi da anni. Abbiamo scambiato esperienze anche nel backstage, parlato di vita normale, delle nostre passioni".
Un aneddoto su Jovanotti?
"È un professionista di una precisione rara, ha una band pazzesca che è parte di lui. È così, come lo vedi: quello che mette nei pezzi è se stesso con l’euforia, la carica e la serenità che riesce a sprigionare. Dalla sua tenda indiana nel backstage meditava, prima di entrare in scena. Yoga e respirazioni prima di dare vita ad uno show incredibile".
Ora sei in volo, prossima destinazione?
"Il settore dopo la pandemia è finalmente ripartito. C’è tanta voglia di divertirsi. Adesso sto andando a Sharm El Sheikh per un concerto nel deserto. E poi ancora tante date in Toscana".
Trent’anni di attività: che sensazione si prova a portare l’orgoglio fucecchiese in giro per il mondo?
"Giro tanto ma sono di Fucecchio dove continuo a vivere. Mi è stato assegnato il Leone Rampante qualche anno fa. Si vocifera un bis. Sarebbe un onore".
Progetti futuri?
"Ho aperto uno studio di registrazione, faccio corsi di dj e sono produttore: 180 metri quadrati di creatività pura. Ho 48 anni ma l’animo di un ragazzino, c’è ancora tanto da dare".
E se non fosse stato dj?
"Sono un appassionato di moto, super car e kart. Sognavo di fare il pilota ma la musica ha prevalso sul resto. Mio padre, ex industriale, è stato musicista, una dote che abbiamo nel dna".
Quali difficoltà ha incontrato nel suo lavoro?
"Pregiudizi, molti. Lavoro da 30 anni con professionalità ma c’è ancora chi mi chiede quale sia il mio impiego vero senza conoscere i sacrifici fatti per arrivare fino a qui".
Ylenia Cecchetti