ERIKA
Cronaca

Sul voto pesa il rompicapo dello stadio

Erika Pontini E veniamo allo stallo. Che poi sono due: lo stadio, appunto, e i soldi che mancano. La Fiorentina deve indicare...

Pontini

E veniamo allo stallo. Che poi sono due: lo stadio, appunto, e i soldi che mancano. La Fiorentina deve indicare il campo di gioco entro il 4 giugno. Franchi con i cantieri come chiede da settimane la società? Ma quando si è progettato l’intervento siamo sicuri che Commisso disse che voleva restare lì dentro? La struttura step by step avrebbe una capienza da 15-18 mila posti, dovrebbe essere sottoposta settimanalmente alle verifiche della Commissione pubblico spettacolo e un costo lievitato per la cantierizzazione. Il Padovani, per cui Palazzo Vecchio ha stanziato 10 milioni di euro (ma ne mancano altri 3/5), potrebbe ‘tirare’ massimo 18 mila posti ma un indotto che la Fiorentina reputa, economicamente parlando, svantaggioso. E nella più rosea delle ipotesi sarà pronto solo a fine anno. Fuori del perimetro ci sono Reggio Emilia (la soluzione per le Coppe) e Bologna complicata per i lavori. Il Castellani di Empoli è la vera soluzione intermedia: vicino casa, 16mila posti, è pronto e, almeno inizialmente, era una soluzione condivisa dai Commisso boys. Ma c’è il no intransigente della sindaca Brenda Barnini, al suo ultimo miglio in comune, che non vuole ingolfare tutte le settimane uno spicchio di città e rendere gli empolesi prigionieri del tifo. Quindi su Empoli pesano due no: la sindaca e la Fiorentina che ha fatto retromarcia. Poi c’è il tema fondi, il vero scoglio. Secondo la società viola mancano qualcosa come 100 milioni per completare l’opera: i 55 saltati dall’Europa e 45 per le rifiniture. Bar e arredi compresi. Chi paga? Il club potrebbe anche mettere mano al portafogli e utilizzare il Decreto Abodi sulla partnership pubblico-privata, accollarsi il secondo lotto (appalto compreso) e, ovviamente, avere in cambio una concessione pressoché gratuita per i prossimi 99 anni. Ipotesi che anche Palazzo Vecchio potrebbe percorrere. Un mese fa Barone andava in tv con un’apertura e una richiesta di tavolo al governo, adesso invece i cattivi rapporti tra Fiorentina e Palazzo Vecchio, con tanto di striscioni, dichiarazioni al vetriolo e dispetti (unilaterali), non aiutano a trovare una strada. Un pasticcio a cinque mesi da elezioni strategiche per Firenze. E l’uscita a gamba tesa di Joe Barone sul voto racconta tanto di quello che c’è dietro a questo impasse.