"Il carcere è parte della Repubblica" dice il ministro Marta Maria Carla Cartabia in visita ieri a Sollicciano dopo aver raccolto il "garbato, ma pressante invito" di novembre del sindaco Nardella (sindaco di Firenze, sottolineiamolo) nel corso del loro incontro a palazzo Vecchio a fine novembre. "E’ un dovere" dice Cartabia qui per verificare di persona la struttura. La vita carceraria. Le criticità che dall’autunno scorso, se possibile, sono aumentate. Sollicciano è un caso nazionale. Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, ripete da anni che "è un carcere fuori dalla legalità".
C’è stata una escalation di violenza da parte dei detenuti. Falò e striscioni esposti l’estate scorsa, fuori dalle celle, su terrazze e balaustre; 26 uomini di ogni ordine e grado della polizia penitenziaria aggrediti e colpiti da inizio anno in 17 focolai di violenza. Ma ci sono stati anche i presunti episodi di tortura ai detenuti, 10 agenti e 2 medici (per falsi certificati) sono all’udienza preliminare. E il dicastero di via Arenula si è costituito parte civile. Criticità forti, non le uniche. La struttura è fatiscente, Nardella l’ha definita da tempo una vergogna dell’architettura carceraria, con rispetto per chi l’ha disegnata. Una struttura non pensata per aiutare il detenuto e per la rieducazione". Cartabia con il capo del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, incontra il prefetto Valerio Valenti, il sindaco e il presidente Eugenio Giani, il personale di polizia e i detenuti, la direttrice del carcere Antonella Tuoni (incarico recentissimo e definitivo dopo tanti facenti funzioni) e il dirigente del penitenziario, commissario Massimo Mencaroni. Si conviene circa l’esigenza di intervenire in modo deciso sulla struttura. "Stiamo andando nella strada giusta, si presuppongono interventi (alcuni già avviati, ndc): 12 milioni per la ristrutturazione a garanzia della abitabilità e del rispetto dei detenuti" anticipa Giani che deve lasciare la ’delegazione’ prima per altri impegni istituzionali. "Ci sono tante criticità, dalle aggressioni alle condizioni della struttura, difficoltà a vigilare, alle condizioni tali da spingere i detenuti a compiere gesti autolesionistici. C’è un progetto elaborato per un chiosa il ministro. Risolutivo, si spera. Serve la mobilitazione generale invocata dal sindaco già mesi fa. "Grazie al ministro per l’attenzione anche nell’incontro con gli agenti e i reclusi. Volevamo che si rendesse conto di persona delle criticità. Sollicciano non deve essere vissuto come luogo avulso, estraneo. Dobbiamo avere la capacità di far vivere il carcere in contatto con la comunità". Con – in proiezione – un minor sovraffollamento. "Considerato il rilevante impatto sociale valutiamo con tutti i soggetti un piano strutturale" ribadisce Nardella che si è confrontato anche col Garante dei detenuti Eros Cruccolini.
Sollicciano conta sui 550 agenti dei 600 della pianta organica. Gap non incolmabile, ma ci sono molti più detenuti di quelli in teoria consentiti. E ogni detenuto – rivelarono mesi fa sindaco e assessore al Welfare Sara Funaro – costa 154 euro al giorno; solo 6 per il mantenimento, appena 35 centesimi per la rieducazione. La recidiva è al 68%; con le misure alternative al 19%". Dati ricavati da uno studio della Bocconi.
giovanni spano