Svastiche e croci celtiche disegnate su una lavagna d’ardesia e su alcuni fogli all’interno della presidenza. È successo al liceo classico Michelangelo, dove durante le vacanze di Natale, ignoti si sono introdotti per tracciare simboli che rimandano ad un passato da dimenticare. Il 21 dicembre, ultimo giorno di lezioni prima della pausa, la scuola era ovviamente in ordine.
Ma già il 23 mattina la dirigente, Federica Gambogi, ha capito che qualcuno si era introdotto nell’istituto. Da lì è partita la perlustrazione dello storico edificio durante la quale sono state fatte le inquietanti scoperte.
A quel punto, la dirigente ha fatto denuncia ai carabinieri, che stanno indagando sul preoccupante episodio, ed ha diramato una nota tramite registro elettronico per informare la comunità scolastica. "Sono stati rinvenuti segni vandalici di natura estremamente grave tra cui simboli come svastiche e croci celtiche, notoriamente associati a ideologie di odio e discriminazione. Questi atti offendono non solo i principi e i valori fondamentali di rispetto, inclusione e convivenza civile che la nostra scuola promuove, ma l’intera comunità scolastica che si impegna quotidianamente nella costruzione di un ambiente educativo accogliente e aperto a tutti", si legge nella circolare.
E ancora: "Ho adottato ulteriori misure per garantire la sicurezza della scuola, inclusa una maggiore attenzione ai controlli di accesso e alla sorveglianza degli spazi scolastici. E ho anche fatto formale richiesta alla Città Metropolitana di installare un impianto di allarme e di videosorveglianza all’esterno dei varchi d’ingresso". Ieri mattina sul tema c’è stato un confronto nelle classi. "E come scuola stiamo valutando cosa fare per avviare un’ampia riflessione - aggiunge la preside -. Ad ogni modo, ci tengo a dire che il liceo ha in mano la situazione e tutti gli anticorpi per reagire".
Come dimenticare infatti che quasi due anni fa lo stesso liceo fu teatro di un’aggressione squadrista nei confronti di alcuni studenti, presi a calci e pugni davanti all’entrata? Mentre la dirigente invita tutti "a mantenere viva la cultura del dialogo, della pace e del rispetto reciproco", gli studenti hanno ben poca voglia di parlare. "Siamo colpiti e sconcertati. Quando abbiamo letto il documento stentavamo a crederci", dicono due studenti. I ragazzi del collettivo Sum sono proprio seccati. Il fatto che la loro scuola, che ribadiscono essere "antifascista", sia finita ancora una volta nel tritacarne, proprio non lo accettano. "Ci riuniremo e decideremo cosa fare", le parole del collettivo.
In questo clima avvelenato, si inserisce anche una scritta lunga una decina di metri vergata con una bomboletta spray di colore nero apparsa nella notte tra lunedì e martedì in via Pisana e riferita ai fatti di Acca Larentia. "Asfalto di sangue. Il loro odio nelle mani, nei nostri cuori il giuramento immortale. Acca Larentia". Sulla vicenda indaga la Digos. Poco distante, sempre su un muro in via Pisana, un’altra scritta della stessa matrice: "Un grido squarcia la notte: presente. Hl 78".
Elettra Gullè