di Fabrizio Morviducci
La battaglia per il nuovo svincolo A1 di Scandicci non è ancora finita. In città stanno ancora aspettando che dal ministero concludano la valutazione di assoggettabilità a via per questo progetto, in modo da permettere ad Autostrade per l’Italia, una volta finita la procedura, di dare il via ai lavori. A più riprese AspI ha confermato di volerli eseguire in house con Amplia, impresa partecipata che sta funzionando, anche bene, lungo tutto il tratto toscano dove è in corso l’ampliamento alla terza corsia.
"Fate in fretta" è l’appello che il sindaco Fallani ha voluto ribadire nuovamente verso Roma, dove l’iter è fermo ormai da più di un anno. "Dopo la chiusura della procedura – ha detto Fallani – ci rassicura il fatto che Autostrade abbia manifestato la volontà di eseguire in proprio i lavori, viste le modalità con le quali sono stati effettuati gli interventi sul nostro territorio per esempio a Casellina".
La chiusura del procedimento era prevista per il mese di giugno 2022; successivamente era stata posticipata al 15 maggio 2023 ma ancora niente è successo. Toccherebbe al governo sollecitare gli enti preposti per avere i pareri e chiudere la verifica di assoggettabilità. A quel punto si potrebbe partire con il progetto esecutivo dell’opera. Il risultato di questi ritardi lo pagano gli automobilisti e i trasportatori che ogni mattina e ogni pomeriggio si incolonnano sulla Firenze-Pisa-Livorno, per prendere l’A1. Colonne che bloccano anche il traffico dei pendolari verso Firenze e quello della zona industriale di Scandicci, con una conseguente perdita di competitività per le imprese della pelletteria che si trovano nel distretto e per tutte le altre aziende.
A giocare sui ritardi romani, anche le osservazioni presentate dalla Regione "articolate in un ampio elenco di significative integrazioni e chiarimenti, in particolare, affrontando questioni relative alla tutela ambientale sia da un punto di vista di qualità atmosferica, che di rispetto della biodiversità". Osservazioni che hanno suscitato anche le attenzioni delle opposizioni, che si sono domandate quali siano le esigenze di biodiversità in un terreno incolto, che si trova a cavallo tra un centro di stoccaggio rifiuti, l’autostrada e la Fi-Pi-Li, il carcere di Sollicciano e un disfacimento auto.
Oltre le schermaglie politiche resta il fatto che l’infrastruttura è indispensabile per la competitività di un territorio su cui insiste un distretto della pelletteria che traina il comparto nazionale della moda, ma anche per la sicurezza stradale e per i benefici ambientali.