OLGA MUGNAINI
Cronaca

Svolta Calcio Storico. Arriva il riconoscimento della Soprintendenza: "È di interesse culturale"

Il vincolo non porterà ad alcuna restrizione se non "tutela e valorizzazione". Ranaldi: "Un percorso iniziato da tempo che adesso giunge a conclusione".

Svolta Calcio Storico. Arriva il riconoscimento della Soprintendenza: "È di interesse culturale"

Il vincolo non porterà ad alcuna restrizione se non "tutela e valorizzazione". Ranaldi: "Un percorso iniziato da tempo che adesso giunge a conclusione".

Il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina del Calcio Storico è “patrimonio materiale e immateriale di Firenze”, da studiare, valorizzare e tutelare in quanto bene di “particolare interesse culturale“.

Iniziato alcuni anni fa, l’iter è concluso e la Soprintendenza storico artistica guidata da Antonella Ranaldi sta per firmare il decreto che apporrà il vincolo a quella che è una delle più identitarie tradizioni fiorentine.

"E’ un percorso cominciato da tempo che adesso giunge a conclusione - spiega la sovrintendente -, un vincolo che non intende portare restrizioni, se non di tutela, e che ha lo scopo di dare valorizzazione e riconoscimento culturale".

Il provvedimento per il Calcio Storico che sta per essere firmato, segue quanto ottenuto dal Palio di Siena a fine giugno, col vincolo su 17 bandiere e 6 tamburi delle Contrade senesi considerati come ‘particolarmente significativi nella loro vita e nella loro storia’.

Lo stesso accadrà con Firenze, sulla base di un lungo lavoro di studio, iniziato col protocollo di intesa firmato alcuni anni fa tra Soprintendenza, Comune e Università di Firenze.

Insieme, ognuno per la sua parte, si è proceduto a inserire il Corteo Storico in un progetto scientifico per la sua tutela, la sua manutenzione e la sua valorizzazione.

In base a questo protocollo, il Corteo Storico viene inserito al centro di interventi di catalogazione e inventariazione di tutta la documentazione cartacea, audiovisiva, dei costumi, degli eventi, e dei rituali con l’obiettivo di salvaguardarlo e predisporre tutti gli interventi indispensabili alla sua valorizzazione.

Detto anche in livrea o in costume, le origini del calcio storico fiorentino si fanno risalire alle pratiche ludiche dell’antica Roma, anche se le prime fonti che ne parlino sono solo tardo-medioevali e più ancora sul finire del Quattrocento.

Basti dire che In tutta l’opera di Dante, che costituisce una vera enciclopedia degli usi del suo tempo, non se ne fa il minimo cenno.

È comunque certo che nella seconda metà del Quattrocento il calcio si era talmente diffuso tra i giovani fiorentini, che veniva giocato spesso in ogni strada o piazza della città.

Con il passare del tempo però, soprattutto per problemi di ordine pubblico, si andò verso una maggiore organizzazione e il calcio cominciò ad essere praticato soprattutto nelle piazze più importanti della città. I giocatori-calcianti che scendevano in campo erano perlopiù nobili, persino futuri papi, dai 18 a i 45 anni, e vestivano le sfarzose livree dell’epoca, che diedero poi il nome a questo sport.

Le partite venivano organizzate solitamente nel periodo del Carnevale ma non solo. La più famosa è sicuramente quella giocata il 17 febbraio 1530, cui si ispira la moderna rievocazione, quando i fiorentini assediati dalle truppe imperiali, di Carlo V, diedero sfoggio di noncuranza mettendosi a giocare alla palla in piazza Santa Croce, anche se successivamente Firenze fosse conquistata e si arrendesse alle forze imperiali-spagnole di Carlo V nell’assedio di Firenze il 12 agosto 1530.

Il gioco conobbe secoli di declino. L’ultima partita ufficiale di cui si ha notizia venne disputata nel gennaio del 1739 nella piazza di Santa Croce, alla presenza di Maria Teresa, futura imperatrice d’Austria.

Ma la tradizione ha poi ripreso vita, per ritrovare nel tempo gli antichi entusiasmi.