Il sindaco di Scandicci Sandro Fallani è il capofila del patto di sindacato di venti Comuni della Toscana centrale (dalla Piana fiorentina al Chianti e al Mugello) protagonisti della nuova holding dei servizi pubblici.
Siete tutti sindaci super tifosi dell’operazione Multiutility. Perché?
"Perché i sindaci che hanno dato vita a questo percorso hanno colto l’occasione storica per superare i mille campanili della Toscana, per costruire un sistema pubblico moderno e competitivo a guida locale che nella vita reale dei cittadini (acqua, energia e rifiuti) possa dare servizi migliori e tariffe più basse. Siamo in gran parte sindaci del Pd a cui va il merito generazionale di aver colmato il ritardo rispetto al centro nord, e aver sventato il rischio di essere ‘colonizzati’ da altri soggetti".
Si è parlato tanto, e forse anche troppo, nelle ultime settimane di un aspetto di questa grande operazione: la quotazione in Borsa. Detto che questo aspetto è di fatto congelato fino al voto amministrativo ‘24, lei che ne pensa di questa possibilità?
"Su questo c’è piena sintonia col segretario regionale Fossi, con lui ci siamo sentiti lunedì e ci vedremo come patto di sindacato dell’area fiorentina (20 comuni e 11% della proprietà) a brevissimo. La multiutility non si riconduce a un referendum ideologico sulla quotazione o meno, a oggi il percorso di costruzione della holding dev’essere completato e ancora la decisione non è in agenda. Abbiamo chiesto ad Alia di presentare un piano degli investimenti diversificato a seconda dell’origine del finanziamento, questo permetterà una riflessione più matura e concreta".
La Cgil pone la questione diversamente. Dice no alla Borsa e mette sul tavolo diverse opzioni per disporre di capitali da investire. Il sindacato deve avere meno timore visto che la maggioranza della holding resterà sempre in mano pubblica?
"Su questo tutti noi siamo concordi: la maggioranza pubblica è e sarà un’invariante dell’azienda. Abbiamo superato mille ostacoli, intrapreso un percorso complicato, lungo e incerto, proprio perché le nostre comunità siano protagoniste in Toscana".
Tra le possibilità c’è anche l’azionariato popolare. Che ne pensa? Praticabile? Con quali soggetti chiamati in causa? Sarebbe un’ulteriore garanzia?
"Un’idea fantastica e una grande sfida. Parte rilevante della quota proprietaria deve essere in mano ai cittadini dei nostri territori. Questo servirà a tre scopi: irrobustire la parte pubblica della Multiutility, dove si aggiungono a quelle dei comuni le quote detenute dai cittadini, far sentire protagonisti i cittadini stessi che devono rivendicare con orgoglio l’appartenenza a un sistema di gestione dei servizi pubblici locali di marca toscana, in ultimo il miglioramento e l’attenzione rispetto alle aziende pubbliche che, sorrette anche dal basso, potranno poi recitare ruoli da protagoniste anche fuori dai nostri confini. Penso al coinvolgimento del nostro sistema del credito, in particolare quello cooperativo, e anche all’esperienza del credito delle cooperative di consumo; due soggetti a fortissimo radicamento e identità locale; potrebbero sia entrare in società insieme ai cittadini, costituendo una o più fondazioni, sia essere soggetti garanti dell’azionariato popolare. Sarebbe un salto di qualità pazzesco e innovativo sia per la multiutility, sia per la Toscana stessa".
E i Comuni che lei rappresenta nel patto di sindacato avranno rappresentanza nella Multiutility. Come?
"C’è un grande elemento solidaristico nell’aggregarsi: nel nostro patto siamo 20 comuni, molti detengono una quota di partecipazione inferiore all’1%, ma quando decidiamo quale posizione portare, quali investimenti proporre, lo facciamo insieme: un cittadino della montagna fiorentina deve avere gli stessi diritti e gli stessi servizi di chi abita in centro a Scandicci, e i sindaci quando prendono la parola hanno tutti lo stesso peso".
Ora però il centrodestra, e in particolare Fratelli d’Italia, si è accorto delle prospettive della Multiutility e ci vuole mettere il cappello sopra.
"È il segno tangibile che abbiamo lavorato bene. Però per sua natura la Multiutility deve essere laica, inclusiva e deve aggregare, avere l’ambizione di coinvolgere tutta la Toscana".