FIRENZE
Dietro le facciate dei palazzi storici, tra le vie del centro gremite di turisti intenti a vivere la bellezza dei vicoli, qualcosa di meno affascinante si fa strada. Un’altra arte racconta di Firenze, svelando una realtà che a fatica tiene il passo con la sua vocazione turistica. La bellezza della culla del Rinascimento fa i conti con i segnali tangibili del degrado. Ad esempio fa a gara per emergere tra i cartelli sbiaditi dal sole che da via de’ Cerretani indicano la strada
per il Duomo, ma che ricoperti di scritte ed adesivi ormai recitano solo il ruolo di decorazioni stradali. Alzando
lo sguardo, i moderni impianti di condizionatori si annidano come funghi sui palazzi storici. Un ossimoro tra l’antico ed il contemporaneo che non vuole essere mascherato.
Cosa sarebbe accaduto se Michelangelo avesse dovuto affrontare una squadra di installatori di climatizzatori?
E se Vasari avesse dovuto confrontarsi con la necessità
di nascondere tubi di plastica neri accanto ai suoi affreschi? Quell’incanto poetico che si respira passeggiando tra le piazze, e alzando gli occhi al cielo nelle vie, rischia di svanire, soffocato dal baccano di motori e ventilatori.
Camminando verso piazza Santissima Annunziata e lasciandosi il Duomo alle spalle, le scritte sui muri conducono, come una piantina, a piazza Brunelleschi, una volta sede universitaria, oggi casa di senzatetto e spazzatura.
I muri imbrattati, se in alcune città europee rappresentano espressioni artistiche, qui assomigliano più a graffiti di protesta e malsane espressioni di malcontento. Non solo, basta uscire dal centro ed imboccare i viali alberati di Campo di Marte per assistere ad un altro tipo di degrado, quello dell’abbandono. Le strisce pedonali sono sbiadite, così come quelle delle piste ciclabili e delle corsie preferenziali. Entra a gamba tesa la modernità, paladina di una città più sostenibile, ma
lo fa in modo bizarro, con colonnine in mezzo alla strada e cantieri aperti, dove transenne e impalcature
sono diventate parte integrante della città.
L’incanto offuscato di Firenze non passa inosservato:
"Ogni finestra è un
quadro con vista sulla città,
che va salvaguardato – le parole di Antonella Ranaldi, Soprintendente di Belle arti
e Paesaggio per Firenze –, interventi anche piccoli ma diffusi creano un impatto rilevante. Un po’ più di decoro sarebbe auspicabile".