Mentre va a chiudersi la stagione del marrone, adesso il Mugello ha in calendario un altro appuntamento con le eccellenze alimentari. Va in scena il ’Re Tartufo’, quello più pregiato, il tartufo bianco. E a Borgo San Lorenzo ci si prepara per la trentasettesima edizione della mostra-mercato. Ma questa volta si teme un’annata nera per il tartufo bianco. E i tartufai sono preoccupati. In Mugello ci sono due associazioni dei tartufai, una con sede a Barberino e l’altra a Borgo San Lorenzo, la prima per fondazione e numero dei soci, oltre novanta.
"Sì – conferma il suo presidente Giuseppe Fredducci -. È un’annata particolare: al momento la produzione è in quantità minima e per adesso anche di scarsa qualità". Per la stagione 2024 il tartufo rischia così di essere una vera e propria rarità: "Se ne raccoglie davvero poco, e in alcune aree non se ne trova proprio. Da cosa dipende? Sicuramente la produzione risente della siccità dell’anno scorso, poi il caldo anomalo dell’estate, e ancora la tanta acqua che è poi venuta. Questione di clima: siamo un mese indietro, e ce lo dicono gli alberi: quelli che di solito sono i primi a perdere la foglia hanno ancora tutte le foglie verdi. Il tartufo, stando sottoterra con un clima caldo e molto umido, ribolle, marcisce, non è possibile avere tartufi di qualità. Una situazione che non riguarda peraltro solo l’area mugellana. Se si continua così, il tartufo nelle nostre zone rischia l’estinzione". Sarebbe una grave perdita, economica e culinaria. Anche perché il tartufo bianco del Mugello è considerato molto pregiato. I vecchi tartufai ricordano che commercianti piemontesi venivano perfino da Alba, per acquistare i tartufi raccolti in terra mugellana.
"Ogni tartufaio – sorride Fredducci – tende a magnificare il prodotto della propria zona. Ma sicuramente il nostro tartufo è di ottima qualità". E la speranza è che nei prossimi giorni questo speciale tubero ipogeo, che inebria con il suo profumo e il suo sapore faccia una sorpresa: "Anno scorso – dice il presidente dei tartufai mugellani – a novembre, dieci giorni prima della nostra mostra-mercato ci fu una ’fiorita’ di tartufo, che salvò la manifestazione, che facciamo tutti gli anni per promuovere il nostro tartufo e il nostro territorio. Anche quest’anno arrivando un po’ di freddo, la situazione potrebbe cambiare e potrebbe esservi un recupero. Ma non nascondiamo la preoccupazione". E questa scarsità di produzione farà lievitare i prezzi: "Il tartufo è come il petrolio – nota Fredducci -, basta qualcosa di anomalo e tende a salire a prezzi molto alti, ma fra una settimana la situazione potrebbe cambiare".
Paolo Guidotti