MAURIZIO LA FERLA
Cronaca

Il baratto delle tasse comunali

Il commento

Maurizio La Ferla

Maurizio La Ferla

Firenze, 13 gennaio 2016 - L’IDEA viene dalla Gran Bretagna: faceva parte delle riforme presentate dal premier David Cameron a inizio mandato. Il decreto «Sblocca Italia» di Matteo Renzi, convertito nella legge 164 del 2014, ne segue le orme. Più e meno dice così: se collabori nella manutenzione del tuo territorio, il Comune ti fa pagare meno tasse. A un paio d’anni di distanza sono però poche le amministrazioni che lo hanno adottato. E’ vero però, che approfittarne non è così semplice come appare, né è automatico. Specifica infatti l’articolo 26 che l’esonero dal pagamento del tributo può essere concesso a «comunità di cittadini, associazioni non profit e rappresentanze di categorie economiche che presentino un piano di riqualificazione». I progetti possono prevedere dalla pulizia di una limitata area alla manutenzione e abbellimento di spazi verdi, piazze o strade, anche con collocazione di elementi di arredo urbano. In Toscana, Grosseto ha appena pubblicato il bando per partecipare, mentre altre località si stanno ancora attrezzando. E’ invece avanti con la sperimentazione Massarosa, vicino Lucca: lo sconto del 50 per cento promesso sulla tassa dei rifiuti ha fatto gola a tanti, almeno un centinaio i residenti che hanno risposto all’appello lanciato in gennaio. Il baratto è semplice, e funziona così: il cittadino taglia l’erba alta nelle aiuole e il Comune taglia la tassa sui rifiuti. Con evidenti vantaggi per entrambi. Non serve neppure un’attrezzatura personale, giacché l’amministrazione  fornisce occhiali, scarpe antiscivolo, giubbotti fosforescenti, protezioni e anche l’assicurazione. Tutto bene, dunque. Un esempio da imitare. Se solo la burocrazia non complicasse le cose semplici.