Tav, via al montaggio della talpa bis: "Da novembre la nuova galleria"

La fresa gemella di Iris comincia a scaldare i motori, entrerà in azione entro tre mesi a fianco dell’attuale. Giani: "Lavoreranno a un chilometro e mezzo di distanza. Adesso puntiamo sul people mover".

Tav, via al montaggio della talpa bis: "Da novembre la nuova galleria"

Tav, via al montaggio della talpa bis: "Da novembre la nuova galleria"

I conci continuano ad arrivare in questi giorni nel cantierone di Campo di Marte. Questi enormi prefabbricati di cemento si fonderanno negli anelli che rivestiranno le pareti del secondo tunnel nel la pancia di Firenze fino a una profondità massima di 25 metri. È la galleria ‘dispari’, l’altra metà del sottoattraversamento Tav, che renderà Firenze sarà percorribile sottoterra sia verso Roma che Milano.

A scavarlo ci penserà una seconda fresa, identica ad Iris, che da Campo di Marte si farà la tana verso la stazione di Castello: un piccolo treno lungo 100 metri che, come la gemella, frantumerà la roccia lasciandosi alle spalle il vuoto della galleria, poi rivestita dai conci. Un nome, la nuova talpa ancora non c’è l’ha, ma fra i tecnici si mormora quello di Beatrice: la musa di Dante che al XXXI canto del Paradiso svanisce anticipandogli la visione della luce. Ma quando è che farà riveder le stelle ai fiorentini? Il suo viaggio inizierà fra ottobre e novembre.

"Si tratta - spiega Eugenio Giani, governatore della Toscana, reduce 10 giorni fa dall’ultimo sopralluogo - di una previsione reale, massimo a fine ’anno potrà scavare. Per montare Iris ci vollero sei mesi: l’assemblaggio è già iniziato. Il suo lavoro permetterà di dimezzare i tempi del sottoattraversamento". Il maxi scavo è composto da quattro tratti. "Il primo è quello di 3 chilometri da Campo di Marte alla stazione Circondaria, qui la talpa si fermerà per 400 metri". Si tratta della distanza che compone il ‘camerone’, la parte interrata della nuova stazione Belfiore dove, i treni fermeranno a 22 metri di profondità. Sopra il camerone prenderà vita la stazione che avrà come cappello una copertura in vetro alta 18 metri.

"Sarà già scavato del tutto quando la talpa arriverà, questo farà guadagnare ulteriore tempo. Il viaggio riprenderà poi sotto la scuola Rosai e da lì riemergerà, dove la linea Av entra nel comune di Sesto. Iris intanto è quasi a metà del primo tratto". La sfida ancora aperta però resta il mezzo con cui allacciare la nuova stazione Belfiore al centro storico e alla ’vecchia’ Santa Maria Novella. La fermata Circondaria, che sarà in superficie, dista poco più di un chilometro. E su come percorrerlo le bocce non sono ferme. Tre le proposte al vaglio: una è il people mover, un ’trenino’ che collegherà la stazione a Smn, ma per farlo necessità di occupare binari. Gliene servirebbero almeno due, ’rubati’ (probabilmente il binario 1 e l’1A) al traffico di treni regionali che popolerebbe Santa Maria Novella. L’altra ipotesi: un tunnel con due tapis roulant che infilerebbero in stazione per portarci pendolari, viaggiatori e turisti. La terza è il traffico ferroviario ordinario. Giani non ha dubbi: "Il people mover è la cosa migliore: fare mille metri con un tapis roulant impiegherebbe troppo tempo. Smn con due binari in meno ne avrebbe altri 14 dedicati visto che l’Alta Velocità libererebbe i binari dall’8 al 12". Ma le due talpe potranno scavare insieme? "Sì, ma non a contatto: la distanza fra le due dovrà essere di circa un chilometro e mezzo. La fase più critica è passata. Non si sono registrati problemi quando, nell’andar giù è passata a tre metri dai binari o fino a 10 metri sotto via Masaccio e il percorso della fresa a 20 metri non è un problema". Nemmeno in viale Lavagnini ora disseminato di sensori per rilevare eventuali vibrazioni o ripercussioni sui binari del tram? "Finora qui non c’è stato nessun problema. Chi si occupa di tramvia, pensi a velocizzare i lavori e non pensi alla Tav".

Claudio Capanni