Firenze, 31 dicembre 2024 – "L'anno 2024 è stato tristemente segnato da numerosi incidenti sul lavoro, in modo particolare" a Firenze "quelli del cantiere Esselunga di Via Mariti e dello stabilimento Eni di Calenzano. Il modo migliore per ricordare le vittime e i feriti è quello di un impegno sempre più attento attraverso una mobilitazione delle coscienze e un'assunzione di responsabilità collettiva, perché siano garantite tutte le condizioni per un lavoro sicuro, nel rispetto della dignità delle persone".
Lo ha detto nell'omelia proclamata in Cattedrale l'Arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli per il Te Deum di ringraziamento di fine anno. "Mentre ringraziamo il Signore per quegli imprenditori che si impegnano a difendere e tutelare i loro dipendenti - ha aggiunto -, esprimo ancora la mia vicinanza a quanti hanno perso il lavoro e chiedono il riconoscimento dei loro diritti, in particolare quello del pagamento degli stipendi. Come ci ricorda Papa Francesco: ‘Per quanto cambino i sistemi di produzione, la politica non può rinunciare all'obiettivo di ottenere che l'organizzazione di una società assicuri ad ogni persona un modo di contribuire con le proprie capacità e il proprio impegno. Infatti, non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro"".
Gambelli ha anche desiderato "rivolgere un pensiero e un saluto ai detenuti, in particolare a quelli della casa circondariale di Sollicciano che sperimentano la durezza della reclusione e della solitudine. Queste ultime, come sappiamo, si fanno più acute durante i giorni di festa" e ha ringraziato "il Signore per tutti coloro che operano con responsabilità nel carcere come dipendenti o come volontari, invito tutti a pregare per questi nostri fratelli e sorelle perché le loro pene possano davvero tendere alla rieducazione e al loro reinserimento nella società. Un piccolo segno di speranza è rappresentato da quei progetti per la creazione di strutture che offrano un domicilio per misure alternative alla detenzione".
Gambelli ha anche evidenziato "il Giubileo che abbiamo da poco iniziato" come "occasione importante per accogliere la grazia della misericordia di Dio e vivere come pellegrini di speranza nel nostro mondo. Nella tradizione ebraica il Giubileo era il momento in cui i membri del popolo d'Israele erano invitati a compiere il gesto coraggioso della remissione dei debiti. Si trattava di un atto antiidolatrico per vivere l'obbedienza alla parola del Signore".