Torna anche quest’anno la stagione lirica al Teatro Aurora grazie alla Compagnia dell’opera italiana Firenze di Franz Moser (nella foto), il regista e sceneggiatore austriaco di origine ma scandiccese di adozione da ormai 20 anni. Si inaugura l’8 dicembre alle 17 con ‘La Bohéme’, per poi puntare dritti al 2025 con un gran concerto il giorno di Befana, ‘Le Nozze di Figaro’ il 9 febbraio e ‘Il barbiere di Siviglia’ il 9 marzo. Moser non solo ha portato la lirica a Scandicci, ma addirittura partì con la prima stagione in piena pandemia, quando i teatri erano appena riaperti, con regole stringenti. Sembrava una sfida impossibile, e invece siamo già al terzo anno.
"Al contrario, la pandemia ci ha dimostrato quanto siano fondamentale per le nostre vite l’arte e la musica, gli spettacoli dal vivo. Non è stato facile, ma la voglia di ripartire era tanta".
Poche città di provincia possono vantare di avere un calendario così, perdipiù di una compagnia d’opera come la Coif. A Scandicci gioca in casa, ma è davvero sostenibile? "Realizzare un’opera è sempre stato un progetto dispendioso, fin dai tempi più antichi. Ma al di là del lato economico, la soddisfazione di un organizzatore è quando vede all’uscita del teatro la gioia dipinta sui volti degli spettatori. La musica solleva, ispira, ci trasporta in un istante nei luoghi remoti dell’immaginazione".
Ripartire con la lirica non era proprio scontato.
"Ci permettiamo di diffondere a gran voce un segreto: la musica classica non annoia mai, anche sentita mille volte. Possiamo ascoltare le opere più note come ‘La Bohème’, o la ‘Nona di Beethoven’, o i Valzer viennesi e questi capolavori sembrano essere sempre diversi, sempre nuovi".
Mentre in altre parti del mondo, Asia in testa, la lirica vive una nuova giovinezza, proprio qui in Italia dove è nata sta diventando un genere sempre più di nicchia.
"L’opera lirica è patrimonio dell’umanità, ma pare che le sorti dell’opera non siano poi cosi rosee, d’altronde ‘nessuno è profeta in patria’".
Come rilanciare questo patrimonio che rischia di essere dimenticato?
"Un programma speciale sarebbe da dedicare alle scuole, dove dilaga una grande ignoranza musicale e artistica, dove spesso persino i docenti non sono in grado di descrivere questa immensa forma d’arte della quale l’Italia dovrebbe pregiarsi".
Carlo Casini