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Una protesta dei lavoratori della Telco
Una crisi senza fine. È quella che coinvolge i 700 lavoratori della Telco, azienda che lavora in appalto nel settore delle telecomunicazioni. Quattrocento sono in Toscana, a Campi, una cinquantina, il cantiere più grande (gli altri sono a Colle Val d’Elsa, Arezzo, Vicopisano e Grosseto). Il problema è che questo periodo complesso, iniziato a fine 2024, sembra essere senza soluzione. Con il risultato che da allora non vengono pagati gli stipendi ed è saltata anche la tredicesima. Tutto questo nonostante "l’azienda sostenga di avere presentato un piano per la ricomposizione negoziata della crisi debitoria".
A dirlo è Giulia Magrini (Slc Cgil), anche lei per niente soddisfatta dall’esito del tavolo di martedì a Roma al Mimit a cui era presente l’assessore regionale al lavoro, Alessandra Nardini. Magrini, poi, rincara la dose: "Sempre l’azienda afferma che nel giro di poco tempo presenterà la richiesta di cassa integrazione e che entro una decina di giorni pagherà le tredicesime e parte degli stipendi di dicembre. Il problema è che tutto ciò viene detto senza indicare date precise, né tanto meno fornire cifre e dati che attestino la capacità di onorare quelli che sono solo impegni verbali". Il sindacato, al pari dei lavoratori, non nasconde la propria amarezza: "Siamo stanchi delle parole e degli impegni disattesi, anche perché la situazione di chi non riscuote da dicembre è drammatica. Prima di tutto ci muoveremo con i mezzi legali a disposizione per fare luce su un’operazione di cessione societaria che è assolutamente da chiarire. Ma ci aspettiamo anche che i committenti, che non possono dichiararsi estranei a quanto sta accadendo, si assumano le proprie responsabilità in una vicenda in cui gli interessi di pochi sono passati avanti alla responsabilità sociale d’impresa nei confronti dei lavoratori che sono l’unica vera parte lesa".
Parole che ricalcano quelle pronunciate dall’assessore Nardini, estremamente critiche, dopo l’incontro nella capitale al quale la proprietà si è collegata ‘solo’ in remoto "parlando di un piano che ancora non abbiamo visto". Cresce quindi l’attesa per il prossimo tavolo in programma mercoledì 19 febbraio al Mimit insieme al Ministero del lavoro.