’Tendata’ a oltranza: "La rettrice ci ascolti"

In San Marco continua la protesta degli studenti: "Non siamo antisemiti". Pronta una mozione per il Senato accademico per lo stop ai patti con Israele . .

"Non siamo antisemiti. Qui ci sono anche ebrei che si stanno spendendo per il popolo palestinese". A dirlo Arturo Gambassi, uno degli organizzatori della ’tendata’ studentesca che da mercoledì scorso ha invaso pacificamente piazza San Marco. Qui ci sono almeno una sessantina di tende, trecento persone ogni sera, mentre è praticamente impossibile quantificare quanti studenti e cittadini, durante il giorno, si fermano per esprimere solidarietà e partecipare alle tante iniziative promosse dagli studenti di Unifi, Istituto Europeo e Facoltà fiorentina della Scuola Normale Superiore. "Siamo qua per un motivo semplice e chiaro: chiedere alle istituzioni accademiche una presa di posizione immediata contro il genocidio del popolo palestinese e l’invasione di Rafah e di rivedere e recidere gli accordi con le Università Israeliane e le aziende implicate nell’industria bellica" ricorda Gambassi. "Abbiamo avuto sviluppi positivi: la rettrice dell’Istituto europeo è venuta qui e ha legittimato la piazza. Per la Scuola Normale superiore questo processo è già in corso, è iniziato con una mozione approvata dal senato accademico a fine marzo che chiamava un cessate il fuoco. Purtroppo l’unica che non proferisce parola è la rettrice dell’università di Firenze e questo ci dispiace" aggiunge Gambassi. Nella speranza che Alessandra Petrucci "prenda esempio dall’atteggiamento degli altri istituti e si apra al confronto", gli studenti continuano "a oltranza" la tendata. "Oggi saremo in corteo con la Gkn, domani con quello pro Palestina che si concluderà proprio in piazza" dice lo studente. E poi annuncia "una mozione per il prossimo Senato accademico del 21 maggio in cui chiederemo il riconoscimento della tragicità della situazione a Gaza e l’istituzione di una commissione che valuti, accordo per accordo, l’intesa tra l’Università di Firenze e Israele. Tutto ciò per andare verso una sospensione temporale o la cancellazione degli accordi".

Barbara Berti