Firenze, 3 ottobre 2024 – La notizia fece scalpore, lo scorso agosto, per la precisione il giorno 20: una fucilata sparata contro un ispettore della polizia provinciale della Città Metropolitana di Firenze, in località La Dogana a Barberino di Mugello, agente che era impegnato in controlli antibracconaggio in una riserva di caccia. Si salvò per poco: la fucilata mancò organi vitali solo per questione di centimetri, ma rimase comunque gravemente ferito al braccio destro.
A distanza di un mese e mezzo dall’accaduto è scattata la custodia cautelare in carcere per un 46enne che vive in uno stabile all’interno della riserva di caccia: l’accusa è pesante, tentato omicidio, mentre la sua compagna 34enne risulta indagata a piede libero per concorso nel tentato omicidio “avendo condiviso l’ideazione e la realizzazione del reato”.
Secondo quanto ricostruito da chi indaga, cioè i carabinieri della compagnia di Borgo San Lorenzo e della stazione di Barberino, l’uomo era “insofferente ai controlli” che aveva notato già da alcuni giorni: da lì la decisione di sparare da una finestra a circa 150 metri di distanza dall’agente della Provinciale, ben inquadrato grazie all’utilizzo di un visore notturno.
La custodia cautelare in carcere a Sollicciano è scattata sia per il rischio di reiterazione del reato che per il pericolo di inquinamento delle prove: il 46enne avrebbe infatti cercato di indirizzare le dichiarazioni di un testimone che era stato chiamato dai carabinieri a deporre.