REDAZIONE FIRENZE

Terremoto sul crinale appenninico, la scossa fa tremare l’Alto Mugello

Epicentro sei chilometri a nord del paese. Nella zona si convive con il sisma: quello del dicembre 2019 è stato il più grave

La terra ha tremato due volte ieri pomeriggio in Alto Mugello. La prima volta con epicentro nel comune di Firenzuola. La seconda nel confinante comune di Monghidoro. E la prima scossa non è stata proprio leggera, visto che i sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno registrato una magnitudo di 3.8, alle 17,49. Non molti però l’hanno avvertita, specialmente nel capoluogo firenzuolino, visto che l’epicentro è stato tra i monti dell’Appennino, tra le lontane frazioni di Pietramala e di Piancaldoli, tra il monte Carpinaccio e il Sasso di San Zenobi. Una zona anche di recente ricordata per i giacimenti di metano. A Piancaldoli qualcuno la scossa l’ha sentita. Quattro minuti dopo un secondo movimento tellurico, stavolta a Monghidoro, non troppo distante dal primo, ma di più bassa intensità, con una magnitudo di 2.4. Come ormai accade di solito, sui social si è diffusa la voce del terremoto, e la domanda su chi avesse sentito le scosse. Avvertite soprattutto nel versante emiliano, a Imola e nei comuni vicini. Del resto in Mugello col terremoto si convive. Anche di recente sono state registrate diverse microscosse. E sono passati poco più di due anni dal terremoto che nella notte del 9 dicembre 2019 colpì la parte ovest della vallata, senza vittime ma con molti danni, concentrati soprattutto a Barberino e in parte a Scarperia e San Piero. A Barberino furono lesionati numerosi edifici, e ancora è chiuso e inagibile il Municipio, mentre da circa un anno è stata riaperta al culto e in parte restaurata la pieve di San Silvestro. Domenica scorsa anche la chiesa dell’antico convento di Bosco ai Frati, a San Piero a Sieve, ha festeggiato la fine dei lavori di restauro e la riapertura.

P.G.