La terra ha tremato due volte ieri pomeriggio in Alto Mugello. La prima volta con epicentro nel comune di Firenzuola. La seconda nel confinante comune di Monghidoro. E la prima scossa non è stata proprio leggera, visto che i sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno registrato una magnitudo di 3.8, alle 17,49. Non molti però l’hanno avvertita, specialmente nel capoluogo firenzuolino, visto che l’epicentro è stato tra i monti dell’Appennino, tra le lontane frazioni di Pietramala e di Piancaldoli, tra il monte Carpinaccio e il Sasso di San Zenobi. Una zona anche di recente ricordata per i giacimenti di metano. A Piancaldoli qualcuno la scossa l’ha sentita. Quattro minuti dopo un secondo movimento tellurico, stavolta a Monghidoro, non troppo distante dal primo, ma di più bassa intensità, con una magnitudo di 2.4. Come ormai accade di solito, sui social si è diffusa la voce del terremoto, e la domanda su chi avesse sentito le scosse. Avvertite soprattutto nel versante emiliano, a Imola e nei comuni vicini. Del resto in Mugello col terremoto si convive. Anche di recente sono state registrate diverse microscosse. E sono passati poco più di due anni dal terremoto che nella notte del 9 dicembre 2019 colpì la parte ovest della vallata, senza vittime ma con molti danni, concentrati soprattutto a Barberino e in parte a Scarperia e San Piero. A Barberino furono lesionati numerosi edifici, e ancora è chiuso e inagibile il Municipio, mentre da circa un anno è stata riaperta al culto e in parte restaurata la pieve di San Silvestro. Domenica scorsa anche la chiesa dell’antico convento di Bosco ai Frati, a San Piero a Sieve, ha festeggiato la fine dei lavori di restauro e la riapertura.
P.G.