MONIA
Cronaca

Territorio fragile: "Proteggere. Firenze dall’Arno è una priorità"

Parla l’assessora regionale all’ambiente Monni "Le paratie anti piena aumentano il livello di difesa".

Monni *

Riguardo ad una questione importante e delicata come quella della mitigazione del rischio idraulico a Firenze e nei territori a valle della città, sto leggendo affermazioni sorprendenti. Finché sono affermazioni da campagna elettorale, sebbene sguaiate e giocate su un tema che riguarda la sicurezza delle persone, posso capire, ma ritengo un fatto estremamente grave quando a sostenere cose tecnicamente sbagliate è chi ricopre ruoli istituzionali di natura tecnica che presuppongono competenze tali da rendere impossibile credere alla loro buona fede.

L’utilizzo di “panconi” per prevenire l’esondazione dell’Arno nel centro di Firenze di sicuro non aggrava il rischio a valle, così come non aumenta la magnitudo nei territori ad ovest di Firenze.

I panconcelli sono una modalità di intervento già da anni prevista per i lungarni a Pisa. Si tratta, di fatto, di un’evoluzione dei classici sacchi di rena, molto utilizzati nei casi di piena. Trattandosi di un intervento di Protezione Civile, non stiamo parlando di strutture fisse, ma di una modalità da attivare solo nel caso si verifichi una importante piena dell’Arno, per aumentare il livello di sicurezza della città in aggiunta all’utilizzo delle opere idrauliche realizzate o in fase di realizzazione.

Credo che un’esondazione deturperebbe assai di più Firenze rispetto a strutture che si montano solo nel momento dell’emergenza, quando l’impatto estetico, peraltro provvisorio, passa decisamente in secondo piano rispetto alla possibilità di proteggere le persone e l’inestimabile patrimonio di questa città.

E’ importante anche sottolineare che questo progetto è stato finanziato, con risorse del PNRR, dal Dipartimento di Protezione Civile, con il quale abbiamo avuto interlocuzioni e condivisioni.

Come detto, questo sistema di mitigazione del rischio andrà ad aggiungersi agli interventi strutturali che Regione Toscana sta realizzando o portando avanti con progettazioni già a livello avanzato, quelli cioè necessari per immagazzinare la massima quantità di acqua possibile.

In questi anni, infatti, è stato ottimizzato il funzionamento della diga di Bilancino per sfruttare al massimo il volume di laminazione dell’invaso (progettata per circa 15.000.000 di mc, potrà essere incrementata fino a circa 25.000.000 di mc); è autorizzato il sopralzo della Diga di Levane; è in fase avanzata di realizzazione il sistema delle casse di espansione di Pizziconi, Restone, Prulli e Leccio a Figline – Incisa. L’insieme di tutte queste opere permetterà di immagazzinare circa 55.000.000 di mc di acqua e, insieme a strumenti mobili come i ‘panconi’ – consentirà il transito nel centro storico di Firenze di una portata di circa 3.300 – 3.500 mc/sec, rendendo più sicura la città.

In un tempo segnato dai cambiamenti climatici che aggravano la fragilità dei nostri territori, ritengo sia necessario mettere in campo ogni tipo di intervento per proteggere la vita delle persone e, nel caso di Firenze, anche un patrimonio che appartiene a tutta l’umanità. Oltre alle casse di espansione abbiamo l’opportunità di utilizzare anche sistemi di protezione civile non invasivi, mobili e quindi rimovibili per aumentare il livello di difesa della città e quindi lo faremo. Chi fa polemica per provare a raccattare qualche voto probabilmente preferirebbe stare a guardare l’Arno invadere gli Uffizi.

* Assessora all’ambiente

della Regione Toscana