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I piani del terrore anarchico su Firenze

Sette arresti a Roma: progettavano attentati e dimostrazioni per condizionare il processo per la bomba alla libreria ’Il Bargello’

L'attentato al "Bargello" (foto New Press Photo)

Roma, 13 giugno 2020 - Tra gli obiettivi dei 7 anarchici arrestati ieri a Roma dai carabinieri del Ros, c’era anche quello di portare ’solidarietà’, con atti di terrorismo, agli imputati del processo per la bomba di Capodanno 2017 alla libreria il Bargello di via Leonardo da Vinci, in cui l’artificiere di polizia Mario Vece riportò gravissime lesioni. Non a caso, tra i destinatari delle misure cautelari firmate dal gip di Roma, c’è uno dei protagonisti del processo conclusosi nel luglio scorso, fra cori e camionette di polizia. I sette anarcoinsurrezionalisti sono ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e porto di materiale esplosivo, istigazione a commettere delitti contro la personalita’ dello Stato, oltre che incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.

Anche in questo caso c’è una ’bomba’, a innescare le indagini. E’ quella che esplose una settimana dopo quella di Firenze alla stazione Carabinieri di Roma San Giovanni, rivendicata dalla sigla terroristica ‘Cellula Santiago Maldonado - Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale’. L’ordigno artigianale, 1,6 kg di esplosivo occultato in un termos di metallo, aveva provocato ingenti danni all’ingresso della caserma e per poco non aveva investito con la sua esplosione una passante. Il gruppo (composto da Claudio Zaccone, 33 anni, messinese, Roberto Cropo, 34 anni, torinese, Flavia Di Giannatonio, 39 anni, romana, Nico Aurigemma, 30 anni, romano, Francesca Cerrone, 31 anni, trentina) avrebbe mirato poi a riorganizzare il movimento anarchico superando “ogni localismo”, per avviare una nuova fase dell’insurrezionalismo, che avvicinasse i diversi gruppi, così da colpire l’organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato.

Nel progetto, gli arrestati volevano come detto sostenere, con atti di terrorismo, gli imputati nel processo cosiddetto ‘Panico’, conclusosi con pesanti condanne nei confronti degli imputati, accusati, tra l’altro, dell’attentato alla libreria vicina a CasaPound. Tra gli imputati del processo ‘Panico’, grande attivismo solidale era rivolto al detenuto Pierloreto Fallanca, oggi destinatario della misura degli arresti domiciliari. Numerosi gli atti terroristici esecutivi del programma criminale addebitati alla cellula eversiva, compiuti in diverse località del territorio nazionale, da La Spezia a Roma, passando per Firenze e Teramo, tutti finalizzati a portare solidarietà agli anarchici coinvolti nel processo fiorentino. Manifestazioni di protesta, danneggiamenti, incendi e diffusione di documenti istigatori, reati inseriti in una specifica strategia di lotta all’esterno del carcere, mirata a far trasferire di carcere lo stesso Fallanca, effettivamente trasferito da La Spezia a Viterbo nel marzo 2019. © RIPRODUZIONE RISERVATA