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Controlli in centro (foto Marco Mori/New Press Photo)
Firenze, 13 dicembre 2018 - Quello che colpisce di più, oltre allo spiegamento di divise, sono le persone che si guardano negli occhi, tra paura e sospetto. Alcuni turisti francesi sembrano quasi in attesa, con i siti delle agenzie sotto mano. Un po’ come i terremotati che dopo la prima scossa aspettano la seconda. "La stessa legge delle probabilità vale per gli attentati", racconta una coppia di parigini in giro tra gli stand del mercatino di Santa Croce.
"Ma non gli permetteremo di farci vivere a metà" spiega Franco, uno dei bancarellai di Santa Croce. "Quando ho saputo cosa è successo non ho potuto fare a meno di pensare a noi: sabato e domenica c’erano migliaia di persone. Sarebbe stata una strage", apre le spalle Ileana, un’altra operatrice che è arrivata da Como. Poche ore dopo l’attentato di Strasburgo, la città si sveglia con il cuore a pezzi ma con la voglia di andare avanti.
"Non bisogna fare il loro gioco, Firenze è ancora una città abbastanza sicura", dice Stefano Caglieri, uno degli ambulanti di piazza del Grano. In città massima attenzione nei luoghi particolarmente affollati, considerati obiettivi sensibili: musei, centri commerciali, mercati.
Piazza Duomo e piazza della Signoria sono sorvegliate a vista dalle camionette dell’esercito, come San Lorenzo e Santa Croce. Anche se le aree pedonali protette da pilomat si rivelano dei colabrodi: per abbassarli basta un telecomando modificato. Spesso furgoncini e camion bucano le zone off limits anche se fino a ora senza conseguenze.
"In Italia per fortuna ci sentiamo ancora tranquilli – entra nel discorso Paola Migliosi, presidente Confguide Confcommercio - ma mai abbassare la guardia". "In passato, dopo eventi simili, abbiamo assistito a cali di arrivi – sottolinea Marco Verzì, presidente Federagit Confesercenti - soprattutto di alcune nazionalità. Per esempio, ci risulta che siano diminuite le partenze dei giapponesi per l’Europa e anche per la nostra città".
A Firenze attualmente esiste un rapporto forze di polizia/popolazione di 1 a 189. In una nota, il Viminale spiega che nella questura sono in servizio 860 agenti mentre nell’intera provincia prestano servizio 1.979 unità della polizia. Sono presenti anche 2.556 carabinieri e 814 uomini della Guardia di finanza. Sono 145 i militari dell’Operazione strade sicure. Trentotto, invece, i nuovi poliziotti attesi entro febbraio 2019.
Un numero inferiore rispetto alle 250 unità richieste da mesi dal sindaco Dario Nardella in base alla risposta del Ministero dell’Interno all’interrogazione presentata da Toccafondi secondo cui l’organico a Firenze è sotto di 250 uomini. Sono, invece, 780 gli agenti della municipale – che non hanno funzione anti terrorismo ma che comunque fungono da deterrente - e sono in corso le procedure per assumere ulteriori 100 unità. Già dopo gli attentati di Barcellona, a Firenze è partita – e andranno avanti - l’installazione delle nuove misure di sicurezza che hanno rivoluzionato il volto della città. A ora sono una cinquantina le fioriere anti terrorismo: 22 in via dei Calzaiuoli, 6 in San Lorenzo, 12 nell’area Duomo di cui 4 in via Martelli, 4 in via Pecori Giraldi, 4 in via dell’Oriuolo, 4 in piazza della Repubblica, 2 al piazzale Michelangelo. Una trentina, invece, i varchi, protetti da catene e pilomat, pensati, nella maggior parte dei casi, come misure anti traffico, certo non sufficientemente solidi da resistere ad un camion o un furgone lanciato a tutta velocità.