MANUELA PLASTINA
Cronaca

Terzo caso in due mesi in Toscana. Bimba ingoia pila e rischia la vita. Salvata in extremis al Meyer

La piccola di un anno è stata sottoposta a un’operazione molto delicata da un’equipe di specialisti. Il chirurgo dell’ospedale: "Possono lesionare gravemente le mucose delle pareti, provocando ulcere estese".

Il chirurgo-endoscopista Roberto Lo Piccolo e l’anestesista Elena Lenares del Meyer

Il chirurgo-endoscopista Roberto Lo Piccolo e l’anestesista Elena Lenares del Meyer

La vita di una bimba di un anno è stata salvata grazie a una task force di specialisti del Meyer e dell’ospedale del cuore di Massa: aveva ingerito una pila a bottone. Si tratta del terzo caso in soli due mesi in Toscana di ingerimento di pile. A novembre una bambina di 17 mesi di Siena è morta proprio per questo motivo. Un altro piccolo è stato salvato in extremis sempre a novembre.

Un numero di casi che fa lanciare un allarme agli specialisti: "Fate attenzione alle pile in casa tra telecomandi e sveglie: attirano la curiosità dei bambini, ma sono pericolosissime e anche letali" dice Roberto Lo Piccolo, il chirurgo dell’Aou Meyer che ha salvato la vita alla piccola. La bambina era arrivata all’ospedale pediatrico di Firenze giovedì scorso pomeriggio portata dai suoi genitori: avevano notato problemi nella deglutizione. Hanno raccontato ai medici che la figlia prima di addormentarsi aveva giocato con una pila che non poi erano riusciti a ritrovare.

Subito è scattato l’allarme: la radiografia ha mostrato la presenza del corpo estraneo di due centimetri di diametro nello sfintere esofageo superiore; non era ancora arrivata nella parte mediana, quella che per vicinanza con l’arco aortico è giudicata la più a rischio. Una pila nell’esofago, spiega Lo Piccolo, "provoca tre tipi di danni: elettrico, meccanico e chimico. L’anodo e il catodo della pila in un luogo così ristretto si attivano. In tempi rapidissimi possono lesionare gravemente le mucose delle pareti, provocando ulcere estese. La perdita di acido può comportare conseguenze anche più gravi".

Il rischio per i vasi aortici è tale che dal Meyer un’equipe guidata dallo stesso Lo Piccolo ha portato d’urgenza la piccola paziente all’ospedale del cuore di Massa: a Monasterio la bimba è stata accolta da uno staff multidisciplinare composto da anestesisti e intensivisti pediatrici, cardiochirurghi, cardiologi e infermieri di sala, di anestesia e tecnici di circolazione extracorporea e di radiologia.

"L’abbiamo portata in Sala ibrida - spiega il dottor Paolo Del Sarto, direttore dell’Unità di anestesia e rianimazione di Monasterio – dove possiamo effettuare sia interventi cardiochirurgici salvavita che indagini radiologiche e angiografiche per verificare lesioni vascolari". Durante l’intervento eseguito in endoscopia, il dottor Lo Piccolo e i colleghi hanno verificato una lesione nei tessuti dell’esofago: con strumenti di 5 millimetri di diametro dalla cavità orale della piccola è stato possibile rimuovere il corpo estraneo prima che provocasse danni aortici.

La paziente è stata per qualche giorno in terapia intensiva. Ora sta molto meglio ed è ricoverata nella degenza pediatrica dell’ospedale di Massa. È andata bene, ma – come purtroppo ricorda la morte della bimba di Siena – bisogna stare attenti. Ne va della loro vita.

Manuela Plastina