STEFANO BROGIONI
Cronaca

Niccolò, 11 anni: "Basta, non tifo più Fiorentina". Ma Prandelli e Borja lo fanno ricredere

La rabbia di un giovane abbonato per la seconda finale persa. I messaggi dell’ex allenatore e del campione del 4-2 alla Juve: "Abbi fede, arriverà il giorno in cui piangerai di gioia"

Firenze, 9 giugno 2023 - Niccolò, dodici anni a novembre, è di una indubitale fede viola, ereditata dal babbo. Ma mercoledì sera, quando la finale della Conference è sfuggita a quel modo, con un gol al novantesimo, la sua fresca e genuina passione ha traballato. Sono scese ancora le lacrime, già versate quindici giorni fa a Roma all’Olimpico (dov’era in tribuna con la sua famiglia), ed è salita una rabbia così forte, figlia della delusione, da fargli buttare via i suoi vessilli viola. Con un calcio più preciso del tiro di Mandragora, è volato via il cuscino con il giglio su cui poggia sempre la testa sognando di diventare lui, un giorno, un calciatore. E avrebbe strappato, se solo ne avesse avuto la forza, anche la sciarpa con cui ogni domenica, da abbonato, raggiunge il Franchi, quando per quella frittata la Fiorentina si è ritrovata sotto 2-1. "Ci credeva...", dice il babbo, alle prese con questo piccolo grande dramma. E ci è rimasto male: magari avrà pensato pure all’indomani a scuola, quando qualche compagno della prima media sarebbe stato pronto a rigirare il coltello nella piaga, o ai messaggi che gli stava già spedendo chi non ha il cuore viola come il suo.

Niccolò è il figlio di un amico ma è un po’ il figlio di tutti a Firenze. La sua serata da dimenticare è lo specchio in cui si riflette ogni tifoso dopo Praga ma anche l’amara sintesi di una generazione che ha gioito per la Fiorentina ancora meno di quanto abbiano fatto i loro padri. E’ anche la leva con la scorza meno dura, più esposta alla voglia di dire "basta, non tifo più" come la rabbia di un risultato dettava.

E i Niccolò viola ci hanno pensato davvero, a gettare nel cestino una passione che restituisce assai meno di quello che prende. Ma per Niccolò, e per tutti i delusi, abbiamo chiesto conforto a due bandiere della Fiorentina: Cesare Prandelli e Borja Valero, che non si sono tirati indietro dalla missione di rincuorare il tifoso affranto e i tanti altri, bastonati da una stagione che resterà negli annali come quella delle due finali perse.

"Quando uno è tifoso deve accettare anche i momenti difficili - dice il messaggio dell’allenatore che ha portato la Fiorentina in Champions - e quando vincerà sarai il bambino più felice del mondo. Devi avere fiducia perché la Fiorentina sarà una grande protagonista in campionato e non solo. E di quest’anno devi essere orgoglioso perché oltre a un bel campionato, abbiamo giocato due finali di Coppa".

Anche Borja Valero, detto il “sindaco“ per l’unanime consenso e il suo carisma, lo spagnolo che assieme alla moglie Rocio ha scelto Firenze anche dopo il calcio per far crescere i suoi figli, protagonista di una delle partite che resteranno nella storia viola, il 4-2 in rimonta con la Juventus, si rivolge direttamente a Niccolò: "Capisco che oggi non è la giornata più bella per dire che tifare Fiorentina è qualcosa di meraviglioso. Però secondo me lo è. Perché a Firenze le piccole gioie si vivono come i grandi trofei dalle altri parti. E poi sono convinto che prima o poi quel giorno arriverà e quel giorno piangerete di gioia. Quindi non mollare perché la Fiorentina ha bisogno anche di te e di tutti i fiorentini perché è una squadra speciale e ha una tifoseria meravigliosa". Parole, recapitate in video, che hanno fatto subito presa. Forse, a 24 ore di distanza, quella beffa a una manciata di secondi dalla fine, è un po’ digerita. Lo sconforto è meno lancinante e magari c’è anche un po’ voglia di scherzarci, sui nostri maiunagioia . "Ho da patire tanto", dice la tshirt di un neonato sulle spalle del babbo diventata un meme virale. Niccolò, dodici anni a novembre, lo sa già.