OLGA MUGNAINI
Cronaca

’Time Unfolding’ di Thomas J Price . La ragazza nera in piazza Signoria: "Opera per connettersi con gli altri"

Una statua in bronzo alta quattro metri in ’dialogo’ con il David e altri ’giganti’ del Rinascimento. Le sculture dell’artista inglese anche a Palazzo Vecchio e al Museo Novecento fino all’11 giugno .

L’artista inglese Thomas J Price davanti alla sua scultura a Palazzo Vecchio, autore della statua in bronzo alta quattro metri in piazza della Signoria

L’artista inglese Thomas J Price davanti alla sua scultura a Palazzo Vecchio, autore della statua in bronzo alta quattro metri in piazza della Signoria

Celebre per le sue sculture figurative di grandi dimensioni inserite in spazi pubblici e sale museali, l’artista inglese Thomas J Price è arrivato da ieri anche in piazza della Signoria, oltre che nelle Sale di Palazzo Vecchio e del Museo Novecento.

Il primo impatto è proprio con la sua ’Time Unfolding’, il tempo che si svela, una ragazza afroamericana, alta quasi quattro metri, in bronzo con patina oro, che sfida i ’giganti’, anche se più piccoli, del David di Michelangelo, Giuditta e Oloferne di Donatello, il Perseo di Benvenuto Cellini, l’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli , le statue antiche della Loggia dei Lanzi e, perché no, lo stesso Cosimo I a cavallo.

L’intero progetto, a cura i Sergio Risaliti, è organizzato dal Museo Novecento e prosegue fino all’11 giugno.

Thomas, com’è stato il confronto con l’arte rinascimentale di piazza Signoria?

"Mettere il mio lavoro in un luogo così iconico è davvero stimolante, perché credo che consenta di ampliare e amplificare la conversazione che le persone hanno guardano le sculture di piazza Signoria. Attraverso la mia opera vorrei che tutti riuscissero ad avere uno sguardo nuovo. I miei lavori hanno la forma delle sculture classiche ma sono diverse, perché rappresento personaggi di fantasia, per quanto siano persone dall’aspetto normale e non epici o storici. Diciamo che c’è un’idea del contrasto".

Le sue sculture non sono su piedistalli, ma direttamente sul selciato. Perché?

"È un invito a entrare in quello stesso spazio pubblico in modo diverso. E a guardare i dettagli che spesso non si vedono più, proprio per l’effetto di una presenza nuova".

Idealmente, dove stanno andando le sue donne-sculture?

"Diciamo che è proprio la domanda che vorrei si ponessero le persone che guardano. Se rispondessi parlerei per me e di me, invece quello che mi interessa è che rispondano gli altri. Non raffiguro persone vere, perché in questo caso ci nasconderemmo dietro la loro storia. Voglio invece che ognuno, mentre guarda, porti la sua di storia. Sono persone di fantasia, è vero. Ma che descrivono emozioni".

Per esempio?

"Le mie sono opere che invitano a connettersi e interfacciarsi con gli altri, che accolgono la vulnerabilità e sono aperte all’ambiguità. Rimandano alla possibilità che abbiamo di porci domande".

In questo senso, cos’è per lei l’arte pubblica?

"È una dimensione che mi piace molto, perché entra in un ambito di competenza delle persone stesse. Nel senso che negli spazi pubblici, quando ci sono opere d’arte, le persone si sentono più libere di confrontarsi ed esprimere la propria opinione, rispetto per esempio a quanto accade in una galleria, dove ci sono regole da rispettare".

A maggio una sua scultura sarà posizionata a New York in Time Square. Qual è la differenza rispetto a piazza della Signoria?

"È enorme. Qui le persone vengono da tutto il mondo per vedere le opere d’arte e i monumenti, e per loro è un momento speciale. Time Square invece è un posto estremamente caotico, dove la gente passa per andare altrove. E quindi lì le mie opere hanno il compito di cambiare le aspettative rispetto a quello che trovano di solito".