NICCOLO' DAINELLI
Cronaca

"Al timone della barca di Pietro", incontri sul magistero del Papa

E' partita l'iniziativa di Progetto Agata Smeralda Onlus, promossa dall'Arcidiocesi di Firenze, per racvcogliere l'invito di La Pira

Il cardinale Betori e una foto di Giorgio La Pira

Firenze, 20 aprile 2018  - Si è svolto, nel Cenacolo della Fondazione delle Mantellate, il primo incontro dell'iniziativa "Al Timone della Barca di Pietro": un'iniziativa organizzata dal Progetto Agata Smeralda Onlus e promossa dall'Arcidiocesi di Firenze. Gli incontri, a cadenza mensile, nascono dall'invito di Giorgio La Pira, contenuto nella "Lettera aperta ad un giovane amico", a leggere e conoscere in modo più approfondito l'insegnamento del Papa.

L'incontro è stato introdotto e presieduto dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e ha preso parte alla discussione monsignor Giovanni Tonucci, arcivescovo emerito di Loreto. Da un'idea di Mauro Barsi, presidente del Progetto Agata Smeralda, nasce il desiderio e la volontà di raccogliere l'invito lanciato da Giorgio La Pira nel 1973 di ascoltare ed interpretare le parole e gli insegnamenti del Papa. Una riedizione, dunque, di un progetto che negli anni '70 ha avuto molto successo e che tanto ha aiutato a comprendere il magistero di Paolo VI con la speranza che possa affermarsi anche oggi per carpire al meglio i segreti del magistero di Papa Francesco.

"Ascoltare l'insegnamento del Papa è fondamentale per capire al meglio la direzione che sta prendendo la Chiesa, come un timoniere che guida la sua ciurma sulla retta via" Queste le parole di Betori nella sua introduzione, mentre Mauro Barsi tiene a ricordare il suo amico Giorgio La Pira: "La Pira, lo dico con convinzione, è stato un cristiano straordinario. A Firenze in tanti lo ricordano ancora come il "sindaco santo", un uomo che testimoniava in modo esemplare e luminoso la sua fede. Sempre fedele alla Chiesa, anche in momenti non facili, una vita spesa in povertà, con la sua scelta di vivere a lungo in una cella del convento dei Domenicani in San Marco, con il suo vestire dimesso, sempre con gli stessi abiti, con quello che guadagnava messo a disposizione dei poveri che erano sempre presenti nel suo cuore e nella sua azione. Lui i miracoli li ha fatti sicuramente già in vita: non è forse un miracolo la sua azione di costruzione di ponti e di abbattimento di muri con i suoi straordinari viaggi che lo portarono davanti a Ho Chi Min e a Kruscev, ai quali parlò senza remore della Madonna, regina della pace? In tempi difficili come questi, anche nella politica e nei rapporti internazionali, poter contemplare la beatitudine di un cristiano che è stato esempio fulgido di amore ai poveri e alla Chiesa, e che si è speso fino all'ultimo per l'edificazione della civiltà dell'amore, con un'attenzione particolare e quotidiana agli ultimi e ai bambini, sarebbe per la comunità ecclesiale e per il mondo intero, un'occasione di riflessione e di crescita sicuramente feconda e necessaria."