SANDRO
Cronaca

Tolleranza zero: a New York ha funzionato

Rogari Quasi cinquant’anni fa, quando mi recai per la prima volta a New York, ricevetti dai colleghi istruzioni sugli spostamenti...

Rogari

Quasi cinquant’anni fa, quando mi recai per la prima volta a New York, ricevetti dai colleghi istruzioni sugli spostamenti sicuri. Anzitutto, mi venne fornita l’indicazione delle fermate della metropolitana: quelle utilizzabili, per entrata e uscita, e quelle da evitare. Poi, a me che alloggiavo a Manhattan, quindi in un quartiere relativamente sicuro, fu fornita la mappa dei confini da non oltrepassare. Con la precisazione che in talune zone non mi avrebbe portato neppure il taxista più coraggioso e l’aggiunta, magari sotto voce, che in altre non si azzardavano neppure le pattuglie della polizia.

Io mi attenni rigorosamente alle istruzioni e non incorsi in nessun problema. Poi negli anni ’90 la situazione di New York migliorò anche grazie alla politica della “zero tolerance” adottata dal sindaco Giuliani. I rischi si abbassarono e circolare senza remore per la città divenne più agevole. Da fiorentino, abituato a vivere in una città relativamente piccola e transitabile in sicurezza ovunque, mi era parso di andare su Marte. E di ritorno a Firenze mi sentii come liberato da un incubo, nella convinzione che qui tutto restasse a misura d’uomo e, soprattutto, di donna, quanto a sicurezza.

Oggi vediamo che era un’illusione. Le zone e le fermate precluse di New York sono omologabili alle zone e alle fermate a rischio della nostra città. I taxi non si azzardano, sul far della sera, alle Cascine, soprattutto se l’autista è donna. La fermata Cascine della tramvia è a rischio. Nel transito notturno non si aprono le portiere se non su richiesta di qualcuno che vuole scendere. Ed è un momento da fiato sospeso perché chi entra potrebbe avere le peggiori intenzioni. Parliamo delle Cascine perché sono nell’occhio del ciclone, ma dovremmo parlare di quegli autisti e soprattutto autiste di bus e tramvia che sono esposti quotidianamente ad aggressioni. Come reagire? La ricetta è semplice. Con controlli in presenza e a distanza permanenti, così che nessuno su un bus o su un taxi si senta solo. Ma anche con la tolleranza zero. Senza lasciare margine di sopravvivenza anche alla criminalità più spicciola. Proviamo. A New York un po’ ha funzionato.