Roma ingrana di schianto la quinta al motore (finora prudentemente rimasto in folle) del centrodestra toscano e schiaccia sul pedale dell’acceleratore. La nomina – di matrice meloniana – del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi a coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, finora attentissimo a non uscire dai perimetri del guscio municipale, è letta infatti dagli addetti ai lavori come un’investitura a tutti gli effetti in vista delle prossime elezioni regionali.
Poco cambia a questo punto se si andrà alle urne nell’autunno del 2025 o, come qualcuno ipotizza, a inizio 2026 ("Tanto meglio, avremmo ancora più tempo per la campagna elettorale visto che da queste parti ci si riduce sempre all’ultimo..." commenta sarcasticamente qualche colonnello di FdI), Tomasi, prima scelta dei Fratelli d’Italia toscani e sponsorizzatissimo dal parlamentare e responsabile organizzatore del partito, Giovanni Donzelli (che ieri ha annunciato la nomina decisa dalla premier) è di fatto stato scelto come candidato del centrodestra alla presidenza della Regione.
Fonti di FdI, all’agenzia ‘Dire’ la mettono in questi termini: con questa mossa "lo mettiamo in campo in vista delle elezioni affidandogli anche un ruolo politico". La fase dei tentennamenti sembra ormai quindi al capolinea, con buona pace di Lega e, soprattutto, di Forza Italia (con il segretario regionale Marco Stella in testa) i cui vertici per mesi si sono sgolati non tanto per porre veti sul nome di Tomasi quanto per invocare un coinvolgimento nelle scelte del nome, se non addirittura, un ricorso alle primarie per selezionare la candidatura. Pur senza andare allo scontro frontale è chiaro a tutti che Fratelli d’Italia, con l’investitura della premier Meloni, abbia deciso di mostrare i muscoli a prescindere dalla forza dei numeri che può vantare in Toscana rispetto ai partiti alleati.
Resta, va detto, da valutare quando e come a destra si avvierà il percorso di un laboratorio civico che, nel tentativo di allargare i consensi al di fuori dei circuiti dei partiti, potrebbe portare grano nel fienile alla causa di Tomasi. Intanto mentre il coordinatore uscente Fabrizio Rossi tesse le lodi del successore ("Affido ad Alessandro un grande partito e insieme continueremo a lavorare per vincere la regione Toscana. Lui saprà dimostrare, anche in questo ruolo, il valore già espresso come sindaco di Pistoia, è una scelta vincente, anche come nostro candidato alle regionali toscane 2025"), Forza Italia sceglie di non commentare la mossa della premier nel Granducato.
Lo fa invece la Lega con un commento che oscilla tra congratulazioni e avvertimenti. "Tomasi è persona che conosco molto bene e un ottimo sindaco che stimo e gli auguro buon lavoro, avrà un compito complesso ma molto bello e importante" premette il segretario regionale del Carroccio, Luca Baroncini, il quale poi punge così: "Chi fa il coordinatore regionale non cambia la nostra posizione, che è politica e non personale. La posizione della Lega è chiara: nessun veto ma non è il momento ancora dei nomi. Semmai dei progetti, dei temi e della strategia. Per essere alleati si deve partire da questo".
D’altronde, precisa il dirigente della Lega, "prima lo stavamo facendo con Rossi, ora faremo questo dialogo con Tomasi" e "il nome del candidato presidente può essere scelto o tramite un accordo o tramite strumenti partecipativi come le primarie, ma prima occorre condividere un progetto, dopo sarà scelta la persona che lo incarna meglio".