di Olga Mugnaini
"Come porci con la storia? Come pòrci con la gloria ? Come Pòrci o come sorci? (...)"
Benvenuti nell’universo di Tomaso Binga, l’artista, la poetessa, la performer, la femminista, l’inventrice di quell’alfabeto di donnine nude che invece di mortificare il corpo lo esaltano e lo elevano a emblema di bellezza e libertà.
Era 1971 e la quarantenne Bianca Pucciarelli Menna, pioniera delle battaglie femministe e artista che già mescolava con genialità arti visive, teatro, musica e poesia, decide con l’ironia e il paradosso che l’ha sempre contraddistinta, di diventare Tomaso Binga.
Nata a Salerno ma presto sbarcata a Roma, a 91 anni, gioiosa e creativa, è ancora lì a scrutare il mondo, a divertirsi e ad affascinare con le sue poesie e il suo alfabeto. Costringendoci a fermarci e a riflettere sui suoi giochi, per niente seri ma molto profondi.
Oggi pomeriggio alle 17 Tomaso Binga sarà al Museo Novecento, per esibirsi con alcune delle sue celebri poesie performative. Sua l’opera davanti al museo: l’enorme scritta PAX, con tre delle sue lettere a forma di donna nuda.
Tomaso Binga, cominciamo scegliendo una parola.
"Rivoluzione".
Non pace, come scritto davanti al museo?
"Non c’è pace senza rivoluzione. La pace si ottiene solo con la trasformazione sociale e la giustizia. E per ottenere queste cose servono presa di coscienza e lotta".
E le donne come stanno in quanto a giustizia?
"Qualche passo avanti negli ultimi quarant’anni è stato fatto, ma ancora c’è da camminare. Mi sembra che gli uomini comincino ad avere un po’ paura di noi e quindi qualcosa hanno iniziato a concederci. Io comunque resto a favore delle quote rosa, dobbiamo essere al 50% in ogni contesto".
Del nuovo Presidente del Consiglio Meloni cosa ne pensa?
"E’ un bel segnale, Giorgia è prestigiosa, brava, una che si dà da fare. Dobbiamo ammirala".
Veniamo al suo alfabeto.
"Si dice sempre “dare corpo alla parola“. Io l’ho fatto. Del resto le parole trasmettono immagini. E vedo che ancora funziona".
Bianca Pucciarelli è diventata Tomaso Binga.
"E’ stata chiaramente una scelta provocatoria e ironica. Ma del resto tutte le mie opere e le mie poesie hanno sempre una vena ridanciana".