GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

"Tondelli e la sua Firenze" Casini e la magia degli ’80

Un libro del promotore culturale che racconta protagonisti e mood di un’epoca "E’ arrivato nella nostra città nei primi mesi dell’84 e ci è rimasto cinque anni"

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di Giovanni Ballerini

"Tondelli ha vissuto a Firenze per 5 anni, dall’1984 al 1989, poi si trasferì a Milano, dove morì nel 1991 di Aids. Questo libro è la storia di Pier Vittorio, ma anche delle culture musicali di quegli anni, che ha commentato più volte nei suoi libri, nei suoi articoli, nei suoi saggi, nella sua rubrica Club Culture sul mensile musicale Rockstar, nelle sue ricerche insomma".

Si occupa di comunicazione e promozione culturale da sempre il fiorentino Bruno Casini, che è anche l’anima storica degli anni Ottanta fiorentini, a cui ha dedicato 16 libri, due dei quali tornano in libreria arricchiti da nuovi contributi letterari: la seconda edizione di "Frequenze fiorentine Firenze Anni ’80" e la terza di "Tondelli e la musica. Colonne sonore per gli anni ’80".

Cosa è piaciuto a Tondelli di Firenze, della Toscana?

"E’ arrivato nella nostra città nei primi mesi dell’84 e ci è rimasto cinque anni. Considerava Firenze la città più internazionale d’Italia, una capitale europea, come Barcellona, Parigi, Londra, Madrid, Berlino. Tutti venivano e restavano a Firenze. Anche Vivienne Westwood, che è scomparsa in questi giorni, venne in quel periodo in Toscana, trovò un produttore, che era un industriale pratese e ha vissuto quasi tre anni a Firenze. La trovavi, come Tondelli, come Steven Brown dei Tuxedomoon, come Fernanda Pivano, come David Byrne nei club fiorentini. Tondelli frequentava gli spettacoli dei Magazzini Criminali, era spesso al Manila, al Tenax dove vedemmo insieme nell’85 il live dei Cocteau Twins".

Insomma amava la creatività della nostra città?

"Adorava i palazzi rinascimentali e il Rinascimento, questa Firenze un po’ oscura, romantica e molto glamour, i brani dei Litfiba, dei Neon, dei Diaframma, le intuizioni di Samuele Mazza, del Salotto Dinamico, dei Giovanotti Mondano Meccanici e Che Fine ha fatto Baby Jane. Un’attrazione fatale che lo ha visto in primo piano a Firenze al fianco di tanti creativi fiorentini".

Purtroppo non sono più quei tempi …

"Come si stigmatizza in “Frequenze fiorentine Firenze Anni ’80“, ci piace lanciare le iniziative, come Pitti Trend, l’Independent Music Meeting, il teatro di ricerca, poi buttiamo tutto nel cestino. Pitti Trend è stato chiuso dopo poche edizioni, il Meeting annullato ed è emigrato a Faenza".

A proposito, lei è stato il primo manager dei Litfiba?

"Un progetto che è durato 42 anni ha una grande forza. Credo che Firenze dovrebbe riconoscere l’importanza dei Litfiba, che hanno suonato in tutto il mondo portando al successo la creatività fiorentina. Negli anni ’80 suonavano più in Francia che in Italia, tutti i tour sono andati ben oltre i confini europei. Il loro scioglimento mi ha intristito, ma dopo 42 anni è giusto che ognuno prosegua per la sua strada".